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Billy Gibbons propone con Perfectamundo (Concord Records) il suo primo album solista in 46 anni di carriera con gli ZZ Top (formati nel 1969). Il titolo nasce dalla commistione di perfect (perfetto) con la parola spagnola mundo (c’entra qualcosa il personaggio Fonzie della serie TV Anni ’70 Happy Days, che in senso superlativo esclamava exact-a-mundo o perfect-a-mundo...). Francamente non vorrei essere nei panni di una tale rock star e idolo chitarristico al momento della scelta del genere e della produzione di un proprio lavoro. Come essere se stessi e allo stesso tempo distinguersi da una band così universalmente affermata? Forse, sembra suggerire Perfectamundo, riagganciandosi a un’antica passione, e magari facendola rivivere, con tipica astuzia statunitense, allele in una produzione “commerciale” per strizzare l’occhio al mercato e dare ulteriore seguito all’incontro di alcuni anni fa di Billy Gibbons con il famoso produttore David Guetta che lo portò a dire: “L’unica cosa che manca alla musica dance è un buon chitarrista”. 1717