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Tre anni sono trascorsi da quando, il 24 ottobre 2011, la Shrapnel Records pubblicava il secondo lavoro solista di Fa- brizio “Bicio” Leo Mr Malusardi [ebbene sì, dedicato proprio al nostro primo intervistatore e podista della chitarra, Gu- glielmo; ndr], dopo averne già pubblicato nel 2006 il debut- to Cutaway, primo artista italiano con l’etichetta americana. In sostituzione della casa californiana, il grande virtuoso abbiatense sceglie ora per Spectrum Of My Past la olandese Jelly- beard, gestita dall’appassionato promo- tore della scena chitarristica Kris Claer- hout. In tempi di scarico illegale a disca- pito dei musicisti, è difficilissimo trovare qualcuno che metta in gioco tempo e ri- sorse per cercare di tenere viva la possi- bilità di realizzare una qualsivoglia for- ma di guadagno attraverso un’attività di questo tipo. Come dichiara nell’intervi- sta, Bicio propone un lavoro tendente al- la melodia cantabile più dei precedenti. Potrebbe sembrare paradossale parlare di accentuazione melodica per un musi- cista che riesce a esser melodico persino quando starnuta; ma, a un ascolto com- parativo con i primi due lavori, questa ca- ratteristica si decanta, accentuata da una scelta manageriale che allinea in scaletta i brani più “tranquilli” nelle prime trac- ce in ordine di ascolto. Pagherà la scelta? Ai compratori l’ardua sentenza. Da par- te nostra ce lo auguriamo di cuore e, scu- sandoci col don Lisander per averlo cita- to, seppur parafrasando, passiamo al- l’intervista che, per “colmo di snobismo”, viene a svolgersi nel soleggiato giardino di un hotel di Danzica, in Polonia. Nel nuovo disco ci sono brani più rilassati ri- spetto al passato, e sono piazzati come prime tracce… Dicono che i chitarristi, più che dai vir- tuosismi, si giudichino sui cambi di accordi e sui brani lenti… Senza dubbio. La composizione è fonda- mentale, ma la scelta delle note è importan- tissima. A volte un pezzo può anche partire male, ma curando note e accordi puoi ribal- tarlo letteralmente… Talvolta mi capita di non riuscire a progredire nella stesura di un brano; in quel caso, lo lascio da parte per poi ritornarci. Ovviamente la melodia ha il suo peso, ma, soprattutto quando ci sono me- no note suonate, ecco che ognuna acquisi- sce un’importanza e un peso maggiori. Cre- do sia bene chiarire un ulteriore aspetto: con- ta molto come le suoni. Espres- sione, tocco, bending: se man- chi una delle componenti della “trinità” musicale, crolla tutto. Questo succede a molti veloci- sti, che spesso sbattono il mu- so sui brani lenti. Ammiro mol- to per questo aspetto Andy Tim- 15