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una quindicina sovrapposte. Non ci sono ta- stiere in stereo, non è sovra-editato né trig- gerato. È diretto, dritto in faccia. Sono mol- to soddisfatto della produzione. Per esem- pio, mi piace Land Of The Freaks [2009], ma ho la chiara sensazione che sia stato pub- blicato senza curare certi particolari; in fase di mastering avrei potuto farlo suonare meglio. Con Cooking With Pagans invece mi sono preso tut- to il tempo che serviva fino a ritenermi pienamente soddi- sfatto. Come dicevo, abbia- mo cercato semplicità e di- vertimento: sì, divertimen- to! Volevo dare quella stes- sa sensazione che da ra- gazzo mi faceva saltare in aria quando ascoltavo gli al- bum degli AC/DC, la stes- sa che mi ha portato a suo- nare... Niente musica “photoshop- pata”… Esattamente! Ognuno può fare di tutto oggi, ma noi vo- gliamo essere noi, senza l’aiu- to di “schifezze varie”. Come sul palco… Qualcuno potrebbe obiettare sulla “semplicità” della vostra musica. Capisco cosa intendi. Se calcoli rā- ga indiani, tempi dispari e con- trappunti, può non essere conside- rata semplice; ma è la nostra ca- ratteristica attitudine musicale, il nostro modo d’intendere il rock e 27