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TELECASTER DELUXE, 1978 Un vecchio adagio recita: quando Fender e Gibson si copiano a vi- cenda il disastro commerciale è assicurato. Effettivamente, dopo de- cenni di tentativi, i modelli più popolari in assoluto per i due marchi sono, rispettivamente, Telecaster e Stratocaster, Les Paul ed ES-335, ovviamente nelle loro configurazioni base. Sono invece sparite o re- legate nell’ombra le varie Fender Starcaster, Gibson Victory, ecc., nonostante in alcuni casi si trattasse di strumenti qualitativamente impeccabili. L’unica cosa che gli acquirenti hanno mostrato di accettare, in tempi relativa- mente recenti, sull’onda degli strumenti modificati dall’utente (pickup hum- bucking al ponte di una Stratocaster, switch per lo “splitting” delle bobine dei pickup sulle Les Paul, ecc.), sono modelli standard sotto molti aspetti, ma con alcune modifiche già offerte dalla casa. La Fender scoprì a sue spese questa caratterizzazione dei due marchi nell’opi- nione pubblica (che tuttavia accettava strumenti “ibridi” da altri costruttori), con modelli come questa Telecaster Deluxe, introdotta nel 1973, strutturalmen- te identica alle Telecaster di quel periodo, ma con due pickup humbucking, ma- nico stile Stratocaster e leva del vibrato opzionale. Come prestazioni e qualità costruttiva la chitarra è virtualmente indistruttibile, con un suono chiaro e aperto, grazie ai pickup con calamite in CuNiFe (lega di rame, nichel e ferro), i potenziometri da 1 MOhm, una finitura al poliestere po- co “tone-friendly” ma duratura, manico con regolazione dell’inclinazione micro- tilt, corpo in ontano o acero. Il timbro brillante ma pieno non era adeguato in tempi in cui si andava affer- mando l’humbucker DiMarzio Super Distortion, e, se la Thinline (2 humbucker) e la Custom (solo humbucker al manico) non sono state del tutto ignorate, la Deluxe è rimasta indubbiamente la meno fortunata del gruppo. Pubblicato su Axe n.193 - novembre 2014 Riproduzione vietata © Edizioni Palomino 57