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FUSION Chord melody e distorsione Vibe Station, ultima fatica autoprodotta di Scott Henderson, è più di un semplice album, si avvicina molto alla sublimazione artistica di un trio che ha dimostrato di essere davvero fe- nomenale. Il chitarrista americano non produceva qualcosa in studio ormai da anni, e que- sta sua uscita è davvero ricca di aspettative, assolutamente non infrante. La band è compo- sta da Henderson alla chitarra, Alan Hertz alla batteria e il figlio d'arte Travis Carlton al basso. Quest'album identifica tutto ciò che ci si può aspettare dal chitarrista floridiano, oltre alla novità rela- tiva del ritorno a una formazione priva di voce. Il mix stilistico porta con se la grande esperienza e la fluidità ma- turata con le moltissime performance live della stessa formazione, oltre che le varie influenze dei singoli componenti, che definiscono una sorta di slalom tra blues, funk, rock e jazz. Inoltre non penso di sbagliare se dico che questo album, fatto realmente di musica, sia indirizzato a chiunque e non solo a musicisti. Di fatto ogni brano è strutturato in modo tale da riuscire a coinvolgere nonostante lo stile complesso e a tutti noi caro di Henderson. Alcuni brani in scaletta davvero interessanti sono certamente il funambolico Manic Carpet, il più jazzistico The Covered Head, lo standard di Billy Strayhorn (e unica cover del disco) Chelsea Bridge, e il più tipicamente hendersoniano Sphinx, quasi un tributo ai Tribal Tech. In- somma un lavoro egregio di cui abbiamo parlato con lo stesso Scott Henderson. HENDERSON 35