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rapporto di 4:1 implicherebbe una riduzione a 1/4 del livello che eccede la so- glia. Ipotizziamo di avere impostato la soglia a -10 dB e di avere un segnale che entra nel compressore a 0 dB. Con Ratio di 2:1 il livello dopo la compressione arriverà a -5 dB; con Ratio di 4:1 a -7,5 dB. L'attacco o Attack si misura di norma in millisecondi (ms) e corrisponde al tem- po impiegato dal compressore per raggiungere il livello di compressione indica- to col parametro Ratio. Quanto più si aumenta l'attacco quanto meno la parte ini- ziale del suono che eccede la soglia verrà modificata dal compressore. È un parame- tro estremamente utile per gestire la parte iniziale di un suono, l'attacco appunto: vogliamo che venga smorzato in modo evidente o che invece spicchi, per ridurre poi il livello della par- te seguente del suono? Il rilascio, anch'esso di norma in millisecondi, indica il tempo che im- piega il compressore a tornare a uno stato di assenza di riduzione del livello dopo che il se- gnale è sceso sotto la soglia. Valori maggiori di Release garantiscono una sonorità più natu- rale, ma rischiano di portare alla compressione di parti del segnale più o meno importanti si- tuate sotto la soglia, con il risultato di renderle difficilmente udibili. NORMALE TA ASCO Q L UI QUANDO USARE UN COMPRESSORE? Innanzitutto quando si ha bisogno di ridurre l'escursione dinamica di una parte registrata. Un range dinamico eccessivo può portare la traccia a comparire (quando il livello è maggiore) e scomparire (quando il livello è minore) dal mix. Comprimendo le sezioni dal livello maggiore la differenza di queste rispetto a quelle meno intense viene ridotta, e diventa più fa- cile stabilizzare la parte. Questo a patto che gli sbalzi dinamici siano accetta- bilmente contenuti. A un uso estremo del compressore infatti si preferisce CON COMPRESSIONE spesso, ad esempio, effettuare automazioni di volume, alle quali si potrà som- mare eventualmente un intervento di compressione meno radicale e quindi A S A COL U T I più trasparente. Il compressore può essere usato anche per evidenziare l'at- Q tacco dei suoni, impostando in modo adeguato il parametro Attack. E per quanto riguarda nello specifico la chitarra? Comprimere parti distorte è ge- neralmente inutile o quasi, dato che i suoni distorti sono già compressi per loro na- tura. È più probabile che venga applicato un compressore a parti clean o crunch. Su un ar- peggio ad esempio, per uniformare - se necessario - il volume delle diverse note, o su una parte funk per evidenziare gli attacchi delle note e degli accordi e ridurre la differenza di volu- me tra note e accordi pieni e pennate sulle corde stoppate. In Cubase Pro (arrivato nel frattempo alla versione 8.5) la procedura di caricamento di un compressore in Insert non differisce da quella vista nella scorsa puntata per riverbero e delay (in questo caso avremo Inspector -> Insert -> Dynamics -> Compressor). Per stavolta nien- te video quindi, ma due file audio con una parte di chitarra funk in versione originale e com- pressa, con i parametri del compressore di Cubase settati come da immagine. Per apprez- zare le differenze consigliamo ascolti (cuffie o monitor audio) di qualità. Buona produzione! 53