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Ecco in estrema sintesi la mia “to do list” per un mix amato- riale ma di qualità: • regolare sommariamente i livelli e il panning delle tracce • ascoltare in Solo ciascuna traccia e verificare se necessita di equa- lizzazione correttiva • concentrarsi sullo strumento principale (nel nostro caso facilmen- te si tratterà della chitarra solista) e modellarlo se opportuno con equa- lizzatore e compressore • introdurre la sezione ritmica (basso, batteria, percussioni), verifi- cando che 'si incastri' con lo strumento principale in modo convin- cente. Se così non fosse verificare se la situazione è migliorabile uti- lizzando l'equalizzatore o il compressore • introdurre una per volta le altre tracce, in ordine di importanza. Se ci si accorge che le nuove tracce mascherano quelle inserite in pre- cedenza (e quindi più importanti) provare a intervenire con l'equaliz- zatore sulle nuove tracce, scavandone lo spettro nelle zone frequen- ziali rilevanti per gli strumenti più importanti e provando a enfatizzare eventualmente aree dello spettro poco affollate nel resto del mix. Va- lutare anche l'opportunità o meno di inserire un compressore • quando si è ottenuto un buon bilanciamento generale introdurre il riverbero. Più o meno tutte le tracce possono beneficiare del river- bero; le uniche su cui talvolta si soprassiede sono quelle molto ric- che di frequenze basse, come la cassa della batteria e il basso. Se i riverberi impastano e rendono confusa la scena sonora provare ad equalizzarli, riducendo le frequenze che generano il problema. Per maggiore semplicità e risparmio di risorse si possono caricare anche solo un paio di riverberi in mandata, da condividere tra le diverse trac- ce • verificare se del delay può modificare positivamente una o più trac- ce. 43