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ANDREA BALESTRA LUCID DREAMS (Jungle Strut) In uscita l’8 ottobre questo EP del chitarrista Andrea Balestra, giunto così al suo quar- to lavoro, preceduto dai CD Fine Arts Avenue nel 2010, Painting On Silence con ospiti Carl Verheyen, Scott Henderson e John Pisano, e Time Home, EP arrivato nella Top 20 Jazz di iTunes. Trasferitosi negli USA in giovanissima età, diplomato al Berklee Colle- ge of Music, vive e lavora a Los Angeles. Ora l’etichetta prova a promuoverlo anche nel suo paese d’origine con questi quattro brani, densi di un jazz playing moderno e maturo. Due gli standard, troppi per un EP poi- ché tolgono spazio all’esposizione delle idee compositive di Andrea: un’aggressiva e un po’ innaturale ver- sione funky uptempo di Summertime, con la voce di Tiffany Lantello, e l’immancabile All The Things You Are di J.Kern, classico biglietto da visita del chitarrista jazz su cui Balestra mostra bravura nel chord melody e background che affonda nel mainstream. Noi abbiamo di gran lunga preferito i due originali: The Rhyme, ar- ticolato brano fusion in cui le vamp sono sfruttate per un’improvvisazione asciutta e dalle sonorità crude; e l’intimistico West Of The One, dall’interessante sviluppo armonico. Bene, ora che abbiamo l’EP attendiamo qualcos’altro, forza! Fabrizio Dadò GIANLUCA DEL FIOL ON MY OWN (autoprodotto) Il chitarrista, compositore e arrangiatore Gianluca Del Fiol (classe 1979) ini- zia con il rock e il blues, per poi passare al jazz e alla fusion; frequenta il CPM e la Civica Jazz nella natia Milano, il Musician’s Institute a Hollywood. Suona con gruppi e orchestre per gli Stati Uniti e l’Europa, esponendosi a diverse situazioni musicali. Un percorso formativo completo e brillante, ben messo in luce dall’EP On My Own, ric- co di influenze rock, latin e fusion rese fertili da una vena compositiva varia e ca- pace di eleganza e senso melodico, anche se un po’ manieristica. Stesse cifre per l’espressività alla chitarra solista, sempre misurata e rotonda, mirata alla ricer- ca di cellule melodiche efficaci e consapevole nel muoversi tra gli accordi. Clas- sici e ben finalizzati i ricchi arrangiamenti dei 5 brani che, come un book di pre- sentazione, mostrano il chitarrista alle prese con diversi generi: una fusion pesan- temente venata di funk (Mustache) o più classicamente West Coast (5:08 a.m.), il latin (Moon- alla classica introduce la successiva -Light, unico brano con la voce [Serena Ferrara]), e anche il country (Where the Sea Used to Be), in questo caso con il brillante inserimento di una se- zione archi che fa da ponte per un intermezzo decisamente rock. Un musicista di talento che pro- Fabrizio Dadò mette maturazione e qualità artistica in crescendo. 77