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Quando conosci da anni chi intervisti è molto facile andare oltre ogni limite di caratteri, ergo la cosa migliore è ridurre al massimo il "cappello" e lasciare spazio all’intervista. Parleremo esaustivamente di Gianni Jana Rojatti, dei Dolcetti, dell’ultimo disco Arriver, di musica e amore (a volte coincidono).

Benvenuto su Axe, Gianni! Come hai iniziato a interessarti di musica e chitarra?
Da autodidatta, folgorato dai Sex Pistols che i miei cugini più grandi mi avevano fatto scoprire. Ero un adolescente e del punk mi esaltava quanto l’essere armato di chitarra potesse essere un elemento di rottura, disturbante. Erano gli Anni ’90, tutti suonavano chitarre scordate portate alle ginocchia, macinando power chord nei Big Muff...