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Twin Tube Mayem

Il Mayhem è dotato di un canale più un boost regolabile.

Sul bellissimo pannello frontale con serigrafie artistiche bianche so­no presenti cinque manopole nere denominate Volume, Bass, Mid, Treble e Gain, posizionate sfruttando con maestria lo spa­zio a disposizione e mantenendo distanze sufficienti a muove­re le dita tra una e l’altra.

Attorno a ogni manopola una serigrafia circolare nera dà un’idea di riferimento, ma niente di preciso, visto che non ci sono nume­ri a dirci dove ci troviamo.

Sotto al controllo dei medi c’è uno switch a slitta che serve a scegliere la frequenza di intervento degli stes­si e permette di scegliere tra High - 1,4 kHz e Low - 600 Hz.

Più in basso troviamo due footswitch a prova di anfibio: quel­lo a sinistra è l’On/Bypass mentre l’altro ingaggia il Boost, che può essere regolato agendo su un altro switch a slitta tra +8 dB e +4 dB.

Sul pannello posteriore troviamo l’ingresso per la chitarra e l’usci­ta, oltre ovviamente alla presa d’alimentazione necessaria a col­legare l’alimentatore in dotazione.

Il circuito del pedale utilizza due minuscole valvole 6205 [micro­pentodi, inizialmente studiati per l’uso in radiofrequenza, dal gua­dagno elevatissimo e a “specifiche militari”. NdVT], con un circui­to ad alto voltaggio che permette di mantenere vive le caratteri­stiche timbriche che ci si aspettano dall’adozione di tubi “sotto­vuoto”.

Il circuito dello stadio d’ingresso è in classe A e, come ci informa il manuale in dotazione, non sono presenti diodi: tutta la distorsione è generata dalle valvole.

Viste le premesse, e visti i generi a cui fanno riferimento i settaggi consigliati (classic metal, thrash, death e doom...), ci pervade una certa curiosità.

Cominciamo subito con le manopole a me­tà corsa e il selettore dei medi settato su High, che è quello che in seguito scopriremo essere il settaggio con­sigliato per il classic metal! Molto bene, il suono è ricchissimo di armoniche e non si direbbe proprio che il controllo Gain è solo a metà corsa. La “liquidità” delle note è assicurata, così come l’in­nesco su alcune di loro a fine tastiera. L’attacco è morbido ma molto deciso e probabilmente questa è una delle migliori distor­sioni metal anni ‘80 che abbiamo sentito negli ultimi tempi.

Smanettando con i controlli di tono la versatilità è assicurata, e in­tanto ci rendiamo conto che l’effetto dello switch High - Low au­menta man mano che ci allontaniamo dalla posizione centrale del­la manopola dei medi. I controlli di tono, dicevamo, sono molto efficaci e basta un piccolo aggiustamento per sentire cambia­menti sostanziali nel nostro suono.

Ciò che colpisce di più è la quasi totale assenza di compressione che questo pedale espri­me. Sembra di avere a che fare con un suono pulito, tanta è la dinamica che riusciamo a ottenere a qualsiasi livello di Gain.

Per farsi un’idea, anche se la manopola deputata alle distorsioni è a metà corsa, abbiamo una quantità di guadagno pari a quella di un Marshall JCM 900 o giù di lì, e comunque... non esattamen­te “poco”. Già così, è infatti possibile eseguire legati con disin­voltura, mentre nelle frasi veloci in plettrata alternata è un piacere sentire l’attacco del plettro così musicale e pertinente.

Andando contro-corrente, abbiamo proseguito la prova abbassando an­cora il Gain, e con nostra grande sorpresa il Mayhem si è rivela­to un ottimo produttore di sonorità semi-distorte con molto ca­rattere e dinamica.

Il responso all’utilizzo del controllo di volume sulla chitarra è ottimo e la possibilità di scegliere di quanti decibel intervenire con il Boost è un’idea niente male. C’è da dire che, per quanto possano apparire pochi 8 dB, in realtà abbiamo trovato più utilizzabile e meno traumatica l’opzione +4 dB.

Aumentando il Gain e sottraendo medie come a “dissanguare” il suono, si ottengono timbri di una certa eleganza che sinceramente non ci aspettavamo. Il pedale non sembra proprio adatto a tirare fuori suoni scooped realmente “assassini”. Non che siano brutti, anzi; hanno solo la caratteristica di essere fin troppo educati e precisi rispetto a quanto in genere si cerca operando il malefico taglio a V.

Diciamo che è un suono molto personale e articolato, che può piacere e non piacere, ma che parla sicuramente di ricerca di qualità e di innovazione.

Dobbiamo dire che proprio i suoni a V sono venuti meglio usando il Mayhem come pre e collegandolo nel return dell’amplificatore, situazione in cui invece il suono classic metal ha sofferto un po’.

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