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Eventide Time Factor

Axe n. 132

eventide time factor

Chiunque abbia un interesse verso il mondo dell’effettistica, non può non conoscere il marchio Eventide, casa che si è distinta fra l’altro per le sue pionieristiche ricerche nel campo dei processori audio digitali, fra questi, forse la linea più nota è quella degli Harmonizer, il cui debutto risale al 1975. Axe si è occupata di due multieffetto a rack Eventide, il mostruoso Orville e l’eccellente Eclipse rispettivamente nei numeri 41 e 85. Con vivo interesse accogliamo questa nuova linea di prodotti, che racchiude in compatti pedaloni alcuni fra i migliori algoritmi Eventide, con prezzi assai interessanti. Un’occhiata alla parte inferiore del pedale rivela la dicitura Assembled in China: anche Eventide ricorre all’outsourcing, allo scopo di abbattere i prezzi. E,considerando che la tecnologia cinese è ormai entrata nell’era spaziale, crediamo che nessuno possa lamentarsi, tant’è che il delay appare impeccabile, robusto, ben costruito, d’aspetto professionale e con una bella suola di gomma antisdrucciolo. Esaminando il pannello posteriore, notiamo 4 jack per ingressi e uscite stereo i cui livelli possono essere commutati indipendentemente, tramite due mini-switch, per linea o strumento. Altri due jack sono destinati rispettivamente a un pedale d’espressione e a un massi-mo di tre switch esterni, la cui funzione è programmabile. C’è anche la presa USB, ormai di serie anche sugli asciugacapelli e sui canotti gonfiabili: quella a bordo delTimeFactor permette l’aggiornamento software del prodotto, previo download dal sito Eventide. Infine, la connessione per l’alimentatore esterno, in dotazione, poiché non è prevista l’alimentazione a pile. Sul lato destro sono visibili due porte MIDI, Out/Thru e In, che permettono numerose e utili funzioni, fra cui il salvataggio dei preset su un computer. Ma, ovviamente, come in ogni pedale che si rispetti, il bello sta... sopra, con la dovizia di 11 controlli rotativi e tre switch. Nella fila superiore di sei potenziometri, il primo a sinistra (Mix) è deputato alla regolazione del rapporto wet-dry. Per descrivere gli altri, occorre premettere che nei precordi digitali del TimeFactor operano due delay indipendenti: ecco perciò le regolazioni individuali di tempo (0 - 3000 ms) e feedback; Dly Mix consente di regolare il mix fra i due delay. A testimoniare l’attenzione di Eventide per i dettagli, tale controllo è intelligente e capisce se, in uscita, siamo in mono o in stereo. Ad esempio, in stereo con due amplificatori, i due delay saranno riprodotti ciascuno da un ampli, per il giusto effetto panoramico; se decidiamo di zittire uno dei due delay mediante Dly Mix, il delay restante sarà comunque automaticamente reindirizzato a entrambi gli ampli, per evitare squilibri sonori.Spostandoci verso la fila inferiore, troviamo altri quattro potenziometri, fra cui il misterioso Xnob, preceduti da un selettore rotativo denominato Encoder: di questi controlli parleremo più avanti, mentre ora citiamo il simpatico display a LED verdi, a sinistra del quale altri dieci LED evidenziano l’effetto selezionato. Ruotando l’Encoder, è possibile selezionare fra i dieci effetti, nove dei quali rappresentano variazioni sul tema del delay, con un looper a chiudere la rassegna. Nell’ordine, sinteticamente, abbiamo il DigitalDelay, con filtro passabasso regolabile e modulazione sulle ripetizioni (tutti questi parametri, per questo e i seguenti effetti, sono regolabili con i potenziometri della fila inferiore, le cui funzioni variano secondol’effetto selezionato). Vintage Delay emula il comportamento di un delay digitale “antico”, consentendo anche di variarne la risoluzione in bit, e di conseguenza la dinamica.Tape Echo riporta ai tempi degli echi a nastro, riproducendone pregi e difetti, come fruscio, wow e flutter, mentre ModDelay è dedicato alle ripetizioni modulate, proponendo varie forme d’onda modulanti, tutte riprodotte sul display. A seguire, DuckedDelay attenua automaticamente il livello delle ripetizioni mentre suoniamo, riportandole a livelli normali nei momenti di pausa, con regolazioni di soglia d’intervento, quantità di attenuazione, velocità di intervento. Con Band Delay le ripetizioni passano attraverso un filtro passa-basso, passa-alto o passa-banda con Q regolabile e frequenza centrale o di cut-off modulata. Il filtro interviene anche in FilterPong, nel quale le reti di feedback dei due delay vengono interconnesse. In Multi Tap è possibile variare la distanza fra una ripetizione e l’altra, con interessanti effetti di rimbalzo. Infine, Reverse riproduce le ripetizioni al contrario: xirdneH imiJ? La decima modalità è dedicata alle funzioni di looper, che dispone di 12 secondi di registrazione mono, prolungabile fino a 48 se si decidedi ridurre la qualità audio; è possibile sovraincidere sul loop e quest’ultimo può essere filtrato e trasposto da due ottave sotto a un’ottava sopra. Senza voler sostituire l’esauriente manuale cartaceo in Inglese, spendiamo alcune parole per illustrare alcune peculiarità funzionali del Time Factor.


Lo switch Repeat consente di attivare le ripetizioni infinite dell’audio catturato dai delay. Il citato Encoder, oltre che ruotato, può essere anche… spinto, attivando o disattivando la modalità Tempo, che consente di sincronizzare i delay con il tempo in BPM (regolabile a mano o tramite tap) e con varie suddivisioni ritmiche (terzine, crome puntate, ecc.). Sempre via Encoder, possiamo salvare fino a 20 preset, organizzati in 10 banchi. Chi ama le salse, apprezzerà la modalità Catchup, che fa in modo che, una volta richiamato un preset, i potenziometri diventino operativi solo dopo essere ruotati (con l’aiuto del display) fino al valore del preset, allo scopo di evitare brusche modifiche. Connettendo l’unità nel loop, si ha la possibilità di attivare la funzione Killdry e di spedire solo il suono effettato agli output, regolandone il volume con il controllo Mix. Citiamo quindi le tre diverse modalità di bypass, che consentono di saltare solo il DSP, oppure aggirare tutto il circuito tramite relé (true bypass), o ancora di bypassare il DSP senza però tagliare la coda del delay. Insomma, un sacco di opzioni: e ce ne sono ancora, se si accede al System Mode, con scelte relative alle funzioni MIDI, agli switch esterni, ecc. Come in ogni prova, si raggiunge il punto più temuto dal tester, dove il medesimo deve impegnarsi a convertire in parole le incorporee sensazioni sonore. Chi ha avuto a che fare con il design sonoro Eventide, si sarà trovato immerso in lussureggianti paesaggi sonori, tali da rendere evocative e creativamente fervide anche le singole note. Il TimeFactor non è da meno, dimostrandosi degno del blasone fin dal primo avvio. Un elogio va ai bei preset, che coprono tutte le esigenze stilistiche, dal ribattuto discreto, alsoundscape, al… delirio; grazie alla qualità di questi preset, i pigri potranno campare di rendita per un bel po’, prima di impegnarsi nella programmazione. Il timbro dello strumento è assolutamente rispettato, con la chiara limpidezza tipica della Casa. Per una padronanza completa dell’unità è indispensabile lo studio del manuale; ciò nonostante, l’utilizzo del pedale è abbastanza intuitivo. Come già accennato, la versatilità è ampia e tale da coprire le più diverse esigenze: ma il TimeFactor va considerato un vero strumento musicale, che nelle mani degli sperimentatori potrà scatenare tutto il suo caleidoscopico potenziale. Difetti, in tutta franchezza, non riusciamo a trovarne; possiamo parlare semmai di gusti e del fatto che gli appassionati di sonorità vintage e tutti coloro legati alle timbriche rock-blues più classiche non saranno probabilmente soddisfatti della tendenza hi-fi del processore. Altro neo può essere la ridotta durata del looper in alta qualità, che come già detto è limitata a 12 secondi. Il prezzo medio d'acquisto è appetitoso e consente l’approccio alla qualità Eventide anche ai meno abbienti, e ai musicisti…

Maurizio Parri

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