Cover di Had To Cry Today, Joe Bonamassa

Joe Bonamassa

Had To Cry Today

Provogue 2004

Tratto da Axe 94, Dicembre 2004
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Fra i molti giovani chitarristi che hanno scelto il blues come mezzo espressivo, Joe Bonamassa si distingue, prima di tutto, per non essere uno dei tanti più o meno credibili emuli di Stevie Ray Vaughan.

In Had To Cry Today le influenze sono citate esplicitamente e sono ad ampio raggio, dimostrando che non è certo la cultura che fa difetto al ragazzo. Armato di un consistente arsenale di chitarre vintage e artigianali, con amplificatori di varie epoche (gli strumenti usati per le parti principali sono citati per ogni brano), Bonamassa si presenta carico di entusiasmo, con una buona tecnica strumentale e una voce robusta. Ispirarsi ai grandi predecessori, si tratti di B.B. King, Jeff Beck, Alvin Lee, Eric Clapton o Albert Collins potrebbe essere pericoloso, ma Joe non tenta di imitare pedissequamente i suoi eroi; si lascia andare a una propria interpretazione di quei linguaggi, con un suono che alla fine, nonostante i diversi strumenti usati (Gibson ES 335, Fender Stratocaster, Tele artigianale), ha un'impronta distintiva che evoca senza citare, emulando nello spirito più che nei dettagli.

A proprio agio nei brani più tirati come in un blues lento, con l’elettrica come con l’acustica, Bonamassa si muove con scioltezza addentrandosi in varie forme di blues e rock, aggiungendo un pizzico di country, spaziando con un certo gusto; anche se l’accento è posto sul virtuosismo, emerge una buona dose d’emozione a bilanciare le esecuzioni.

Il tributo a Danny Gatton, Revenge Of The 10 Gallon Hat, pur rispecchiando lo stile del rimpianto Re della Telecaster, non riesce a riprodurre le sottigliezze che lo rendevano così inimitabile, ma si tratta comunque di una buona prova tecnicamente impegnativa. Il brano dal quale prende il titolo l’album è una composizione di Stevie Winwood qui resa in una veste che rinfresca il concetto di rock inglese con un'irruenza che prende alla gola. The River è un blues in stile Delta che si trasforma in un'incendiaria frecciata alla slide, con la voce che ricorda l’ottimo Warren Haynes, con John Paris all’armonica a rendere più rovente l’atmosfera. Altro ospite, che contribuisce con ottimi interventi, è Benny Harrison all’organo. La solida band è composta da Eric Czar al basso e Kenny Kramme alla batteria.

Nell’insieme non si tratta di un disco fondamentale, ma Bonamassa è un chitarrista con ottime basi e autorizza buone aspettative per il futuro.

Mario Milan


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