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Impariamo a suonare come Zakk Wylde La definizione heavy metal in musica apparve per la prima volta nella lonta- na seconda metà degli Anni ’60. Niente speed, thrash, death, nü metal, ma heavy metal riferito a band dallo stile pesante e dal sound metallico e lancinante, come di aereo a reazione, molto prima dell’arrivo del flanger! E per dirla tutta, il metal non nasce neppure inglese, perché tra i vari gruppi americani di reazione al siste- ma (MC5 e Stooges, ad esempio) ce n’era uno psichedelico californiano che si po- trebbe definire l’antesignano del genere: i Blue Cheer, che dovevano il loro nome a un tipo di LSD ed erano vicini ai rissosi motociclisti fascistoidi detti Hell’s Angels; chitarrista della band Leigh Stephens, poi sostituito da Randy Holden. Chiusa la pa- rentesi proto-metal, il primo gruppo di fama mondiale che fece bandiera di brani semplici ma poderosi e suono pesantissimo (per l’epoca) fu quello dei Cream. Eb- bene, sì, l’Eric Clapton damerino che conosciamo oggi è stato un chitarrista molto pesante da giovane. Musica del diavolo, distorsione da volume altissimo, ostina- zione dei riff nei Cream furono i semi del genere, né blues né hard, che trovò i de- cisivi veri iniziatori nei Black Sabbath di Ozzy Osbourne e Tony Iommi. E a proposito di Ozzy, ripescando nel ventennale archivio di Axe, da un supplemen- to Metal del 2004 riproponiamo un’analisi tecnico-stilistica del grande Zakk Wylde, chitarrista americano del New Jersey la cui integrazione nella band del vocalist di Birmingham rappresenta un po’ un “ritorno a casa” del metal. Le firme originali so- no dei “padri fondatori” Jurij G.Ricotti, Salvatore Russo e William Stravato, sempre sotto il cipiglio controllore della redazione di Axe. [FD] 4141