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DAVE MARTONE NACIMIENTO (Magnatude) Dave Martone è un chitarrista rock conosciuto ai più per le sue effervescenti doti tecniche. Nel corso degli anni l’axe-man canadese ha avuto modo di sfoggiare il suo virtuosismo al fianco dei più impor- tanti nomi heavy e shred del panorama mondiale: Marty Friedman, Paul Gilbert, Greg Howe, Yng- wie Malmsteen, Joe Satriani, solo per citarne alcuni. Nacimiento rappresenta per il musicista un ritorno alle origini, a quelle corde di nylon con le quali iniziò a prendere confidenza da bambino. Il lavoro è infatti interamente acustico, con arrangiamenti di classici presi dai più disparati generi musicali. Il suono della chitarra è cal- do e deciso, il tocco di Martone sulle corde è piuttosto energico (suona con il plettro) e scan- disce brani e temi ormai entrati nell’immaginario collettivo: si va da Dream On a Besame Mu- cho, passando per The Final Countdown e Classical Gas, oltre a colonne sonore come quelle di Rocky, Il Padrino e Spider-Man. Stilisticamente ci muoviamo tra latin, pop, rock e un po’ d’intenzione gypsy, con arrangiamenti essenziali retti solo da basso e cajon. Il solismo di Martone in questo contesto acustico potrebbe ricordare quello di Al Di Meola: veloce, preciso e lirico. Un bel disco. Matteo Roccia REVOLUTION SAINTS REVOLUTION SAINTS (Frontiers) Nostalgici dei grandi soli di Doug Aldrich, l’attesa per la nuova vita artisti- ca del chitarrista statunitense dopo l’uscita dagli Whitesnake (2014) è fini- ta. Una nuova fase si apre – come si suol dire – col botto, ovvero con un al- bum e compagni d’avventura che convincono dalla prima all’ultima nota. Stiamo parlando dei Revolution Saints (oltre a Doug composti da Jack Blades – Night Ranger – e Deen Castronovo – Journey) e del primo omonimo disco. Il genere è un AOR di chiara impronta hard rock, che richiama – prevedibilmente? - il lavoro di band come Journey e Night Ranger. La formazione ridotta al minimo (Bla- des al basso e alla voce, Castronovo alla batteria e alla voce solista, Aldrich alla chi- tarra) concede a Doug ampi spazi, che il nostro riempie agevolmente con il suo tipico suo- no Les Paul/Marshall JMP (in realtà una copia del JMP realizzata da John Suhr), uno dei miglio- ri del panorama hard attuale. Aldrich ha dichiarato di aver usato nelle registrazioni anche il pro- totipo di una futura Les Paul signature , staremo a vedere... Due gli ospiti, entrambi di casa Journey: Arnel Pineda (voce) e Neal Schon (chitarra). Produtto- re e autore di numerosi pezzi e testi è Alessandro Del Vecchio, ben noto nell’ambiente AOR. Tutto il disco si mantiene su livelli di eccellenza, è difficile individuare brani particolarmente me- ritevoli. Ascolto consigliato a tutti gli amanti del genere. Pierluigi Bontempi 63