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TEDESCHI TRUCKS BAND LET ME GET BY (Fantasy/Concord) Il nuovo lavoro della band di Susan Tedeschi e Derek Trucks mostra un insieme di musicisti bene affiatati e coesi in una serie di brani che uniscono elementi soul, spruzzate di jazz, ritmi funky, suggestioni New Orleans, qualche accenno alla All- man Brothers, con strutture a tratti complesse ma relativamente facili all’ascolto. Rispetto al- le opere precedenti si nota l’aggiunta di una sezione di fiati, che arricchisce gli arrangiamenti senza mai risultare invadente. Impeccabili, come sempre, gli interventi alla chitarra di Derek e buone le prestazioni vocali di Susan, an- che se a tratti risulta un poco monocorde. Trucks definisce l’opera un “lavoro collettivo” e in effetti ogni canzone è ricca di soluzioni musicali di alto livel- lo, si avverte l’affiatamento fra i partecipanti, ma a volte si ha l’impressione di partecipare a un dialogo dal quale l’ascoltatore è tenuto quasi fuori, un dis- corso un po’ “dotto” che può lasciare freddi. Solo ascolti ripetuti consentono di entrare nell’atmosfera e apprezzare la vivacità che pure anima i singoli bra- ni. Forse un pizzico di elaborazione in meno avrebbe reso più immediata la fruizione di Let Me Get By. Ottima la varietà sonora, con chitarre acustiche ed elettriche che intrecciano suggestivi tessuti timbrici con tastiere e fiati; il che non nasconde, tuttavia, una certa omoge- neità fra le canzoni, pur essendo il livello sempre elevato. Si tratta di un disco raffinato e ricco di musica di qualità, anche se nell’insieme con una carica emotiva leggermente inferiore rispet- Mario Milan to a quelli precedenti. WILLIAM STRAVATO URANUS (Magnitude Zero) Bellissimo questo nuovo disco di William Stravato, un lavoro fusion dal- le venature rock e funk che non dà tregua all’ascoltatore dall’inizio alla fine, tanto sono varie le trovate e i suoni utilizzati. Chitarristicamente Stra- vato si esprime a livelli massimi, con un fraseggio fluido e pertinente, sfoggiando tutti i tipi di suono, dal clean effettato all’high-gain, per passare all’acustica e alle chitarre armonizzate. Il tipo di sonorità prediletta è quella data dalla tecnica del legato, che ren- de il tutto molto fluido e che, nelle situazioni più veloci (anche molto veloci...), rende la chitarra simile a un fiato o un synth. Quindi bellissimi i suoni e fortissimo il chitarrista. Le composizioni spaziano tra le ambientazioni più varie: abbiamo ritmi trascinanti super-funk e situazioni più da fusion di un certo livello, oltre a momenti intimistici degni di nota. Per concludere, grandi pezzi, grande chitarra e grandi suoni. Un ascolto e un eventuale acquisto sono obbligati. Alessandro Riccardi 61