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MAKER 3, 1967 te già iniziavano a decrescere e l’introduzione del- la Melody Maker 3 era evidentemente un tentati- vo di ravvivare l’interesse dei chitarristi. Oltre alla normale finitura rossa, erano disponi- bili per alcuni modelli, come la “3” e la 12 corde, anche un paio di finiture tratte dalla lista delle Firebird: Pehlam Blue e Sparkling Burgundy (ros- so vino metallizzato), come sull’esemplare da noi mostrato. I pickup usati, più economici da produrre dei P- 90 e degli humbucker per il minor numero di par- ti, avevano un suono sottile e brillante, probabil- mente troppo diverso da quello che ci si aspetta- va da una Gibson, che per molti si intendeva si- mile a quello che Clapton aveva nei Cream; per questo la produzione dell’intera serie fu interrot- ta nel 1970. La Gibson sembrò andare in confusione, introdu- cendo, a partire dal ‘71, vari modelli di SG, alcu- ni simili alle Melody Maker, ma chiamati SG-100 ed SG-200, in una sarabanda di nomi, specifiche e dettagli estetici che si alternavano, tutti aven- do in comune la scarsa somiglianza con l’elegante sinuosità delle serie originali. Le smussature del- le spalle mancanti, le proporzioni del corpo, tut- to sembrava destinato a un degrado che rendeva ogni nuova versione meno aggraziata. Per diver- si anni le SG sembrarono diventate una sempli- ce sagoma sulla quale sperimentare le idee più bizzarre. Finalmente negli Anni ‘80 la Gibson si rese conto che doveva reintrodurre qualcosa di simile a quanto fatto all’inizio: la SG Reissue ‘62 riproduceva (quasi) la forma delle prime SG. Occorre però attendere la serie Historic perché dimensioni e smussature siano di nuovo corret- te, sebbene non perfettamente replicate, ma sem- pre in qualche modo semplificate rispetto alle originali. La Melody Maker fu dimenticata, salvo una breve riedizione fra la fine degli Anni ‘80 e l’inizio dei ‘90, ma si prese a modello la prima versione, con forma del corpo stile Les Paul. Un modello chiamato Melody Maker SG fu intro- dotto nel 2011, costruito completamente in ace- ro e con un pickup humbucking al ponte; a parte la forma e il nome, aveva ben poco in comune con i modelli originali. I modelli economici Gibson degli Anni ‘50 e ‘60 erano spartani, ma non lasciavano a desiderare quanto a qualità costruttiva e sonora. Non a ca- so una delle chitarre preferite dal chitarrista jazz John Abercrombie è proprio una Melody Maker Dou- ble, cui ha sostituito il pickup al manico con un modello humbucking. I pickup originali, sebbene meno potenti dei P-90 e dal suono più sottile, hanno sempre una voce abbastanza calda: con i guadagni disponibili su molti amplificatori di oggi o un buon overdrive, possono tirare fuori tutta la grinta che serve. Pubblicato su Axe n. 209 - Aprile 2016 Riproduzione vietata © Edizioni Palomino 59