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ON VIBRATO BIGSBY, 1968 meccaniche tutte su un lato della paletta e la forma stessa della paletta della Stratocaster, caratteristiche in effetti presenti sulla Travis Guitar risalente al 1947. Abbiamo quindi una chitarra disegnata da Leo Fender, con una leva del vibrato disegnata da Paul Bigsby e prodotta da Ted McCarty. Nel caso particolare ha anche una finitura Custom Color che riflette un'altra intuizione di Leo Fender durante gli Anni Cinquanta. Originariamente la finitura era Sonic Blue, ma, come si vede, con il tempo ha acquistato una sfumatura sul verde. La leva Bigsby era un'opzione su chitarre di vari costruttori, dalla Gibson alla Gretsch, fino all'europea Hofner; che su questa Telecaster fosse offerta come opzione ufficiale è provato dalla vistosa F sulla leva e dal ponte disegnato come complemento e montato su un'apposita placca (con risultati estetici non proprio esaltanti). Per chi trovasse la Telecaster troppo spartana, ma il suono della Stratocaster non abbastanza incisivo, il modello Telecaster con leva Bigsby rappresentava la quadratura del cerchio. Peccato che proprio in quel periodo ci pensasse la CBS a limitarne la funzionalità, non impregnando i pickup che risultavano, quindi, inutilizzabili a livelli sonori elevati. Fra l'altro, rispetto ai pickup dei primi Anni Cinquanta, le spire erano state ridotte gradualmente, portando a quei suoni argentini caratteristici delle Telecaster negli Anni Sessanta. Leo Fender e Paul Bigsby avevano molto in comune, entrambi metodici, testardi, sempre alla ricerca della perfezione; il primo, più lento nel processo creativo, procedeva attraverso infaticabili sperimentazioni, il secondo, deciso, grande artigiano con l'ossessione per la precisione meccanica, burbero e a tratti irascibile, preferiva lavorare da solo e mantenere un basso profilo, affezionato all'idea della piccola impresa individuale. Ted McCarty era gentile e socievole; da studente si era distinto per le sue qualità atletiche, ma anche per gli ottimi risultati scolastici; grande organizzatore e capace di motivare gli impiegati a dare il meglio, era comprensivo ma anche molto esigente. In alcuni anni trovarono a competere, ma con grande stima reciproca e rispetto. Dal 1969 il declino della Fender procede a grandi passi, consegnando il resto del decennio e quello che lo aveva preceduto alla storia e al mito, e facendo di strumenti come questo una sorta di “ultimi dei moicani” nel campo della chitarra elettrica, rappresentanti di un passaggio dall'epoca dei grandi uomini a quella dei grandi gruppi multinazionali. Pubblicato su Axe n. 210 - Maggio 2016 Riproduzione vietata © Edizioni Palomino 49