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Discussione: Intervista a Steve Khan

  1. #1
    Axista Senior L'avatar di Filippo Anglani
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    Intervista a Steve Khan

    L'intervista a Steve Khan sull'ultimo numero di AXE mi ha completamente coinvolto.

    Io una pubblicazione di questo livello su un periodico di settore, anche americano, non l'ho mai letta.

    In realtà c'è molto di più, una mini biografia con analisi ragionata (e sincera) dell'attuale panorama musicale per un musicista professionista.

    Sono grato a Simone Salvatore e alla redazione tutta di AXE, ancora una volta, per la qualità della loro produzione.

    Mi piacerebbe conoscere le opinioni degli altri amici axisti perchè qualche riflessione la vorrei fare.

  2. #2
    Administrator L'avatar di Big Axe
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    Caro Filippo, grazie per l'apprezzamento. La lunghezza dell'intervista ci aveva molto impensierito; di solito tagliamo qualcosa, ma stavolta il materiale era così interessante, direi prezioso, che non mi sono sentito di farlo: "chi ha ama leggere e approfondire se ne gioverà, per gli altri, pazienza..." ho pensato. Tra l'altro lo stesso Steve ci aveva chiesto di non editare troppo il testo, voleva che il racconto e le sue idee restassero integri, pur ammettendo che normalmente un'intervista così lunga e franca sarebbe stata tagliata né lui avrebbe potuto controllarne l'esito finale. E' proprio questo che mi ha forse colpito: "Once it has been done is gone..." Come dire, una volta fatta è andata, fuori controllo. Per rispetto a un grande musicista, l'abbiamo pubblicata praticamente tutta.

  3. #3
    Steve è un grande!
    Molto intenso nella didattica e generoso. Bene che non abbiate tagliato nulla.
    Non ho ancora letto l'intervista quindi non ho un parere ma posso allargare la cosa con la mia esperienza personale.
    Ho studiato un pò con lui 20 anni fa. Ricordo le lezioni a casa sua, NYC, in un momento un pò difficile della sua vita.
    Invece delle 2 ore canoniche, le lezioni diventavano pomeriggi interi in cui, oltre all'approfondimento strettamente chitarristico, si ascoltavano dischi Blue Note degli anni d'oro, riflettendo sul modo di accompagnare di Hancock, Young e Green e spesso sui soli di Joe Henderson e Lee Morgan.
    Ricordo benissimo che mi passò i numeri di telefono di un bel pò di grandi in città per fare lezioni con loro (Bill Connors, Wayne Krantz, Stern, etc..).
    La sua 335 con i tasti da basso più piccoli ben arrotondati, aveva un suono bellissimo su un piccolo Fender.
    E' stato davvero un piacere fare quelle lezioni perchè si parlava davvero di tutto.
    E gli standards scritti da suo padre, Sammy, restano dei classici.

  4. #4
    Axista Senior L'avatar di robcali
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    L'intervista è fantastica! Steve è uno dei grandi chitarristi e didatti che più apprezzo da quando ho cominciato ad interessarmi di jazz.
    Meno male che non avete tagliato niente di questa intervista!
    Non vorrei fare paragoni ma AXE con questo tipo di articoli si avvicina paurosamente alla leggendaria rivista americana Guitar Player (anche lì le interviste "pesano" e non sono degli striminziti articoletti con le solite quattro parole sul nuovo disco e bla bla bla).
    Per toccare alcune corde .... (quelle dell'anima per intenderci) bisogna scavare ed andare in profondità: Axe e Simone Salvatore ci sono riusciti in pieno con questo articolo.
    Grazie

  5. #5
    Administrator L'avatar di Big Axe
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    Confesso di esser stato abbonato a Guitar Player (e non solo) dal 1978 alla fine degli Anni '90, quindi un po' d'influenza c'è, pur con il dovuto rispetto e una disponibilità di fondi e una diffusione neppure paragonabili. Se ben ricordo, negli anni d'oro, intorno alle 150.000 copie/mese e intorno ai 9.000 dollari a pagina pubblicitaria; dividendo per 10 entrambe le cifre avrete un'idea dell'intero bacino lettori chitarristi italiani e il probabile prezzo di listino di un'inserzione nostrana. Guitar Player fu una grandissima rivista specializzata, un esempio seminale da divorare dalla prima all'ultima pagina; dico "fu" perché, da quando è passata tanti anni fa a un grande gruppo editoriale, con la concorrenza di Guitar World e tante riviste metal, mi è sembrata via via sempre meno rigorosa, interessante e, purtroppo, sincera (nei test strumenti). Per questo ho smesso di abbonarmi... Ma anche perché invecchio e i chitarristi pop-rock trattati da un certo punto in poi non mi interessavano molto; inoltre, arrivavano regolarmente a destinazione metà delle copie e a un certo punto l'editore ha smesso, almeno per l'Italia, l'invio di seconde copie. Noi, con le Poste, ci combattiamo tutti i mesi...

  6. #6
    Non esiste una sola rivista leggibile nel panorama internazionale.
    Ormai la dipendenza da pubblicità ed il business dominato dai soliti mercanti rende impossibile lavorare in base a criteri di qualità.
    Gli anni d'oro di Guitar Player (ho tutte le annate 80 e fino al 96) erano altra cosa e la rivista costringeva la competizione a stare su livelli talvolta decenti...poi il crollo totale.
    Altro esempio di qualità sulle recensioni è stata la breve parentesi di European Musician, rivista tedesca tradotta in italiano, uscita per un pò negli anni '90.
    Le recensioni degli strumenti erano le migliori che abbia mai letto nell'intero panorama mondiale.
    Axe ha sempre fatto un buon lavoro, bilanciando la sopravvivenza e la qualità.
    Ultima modifica di italo de angelis; 02-23-2012 alle 05:39 PM.

  7. #7
    Axista Senior L'avatar di robcali
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    Citazione Originariamente scritto da Big Axe Vedi messaggio
    Confesso di esser stato abbonato a Guitar Player (e non solo) dal 1978 alla fine degli Anni '90, quindi un po' d'influenza c'è, pur con il dovuto rispetto e una disponibilità di fondi e una diffusione neppure paragonabili. Se ben ricordo, negli anni d'oro, intorno alle 150.000 copie/mese e intorno ai 9.000 dollari a pagina pubblicitaria; dividendo per 10 entrambe le cifre avrete un'idea dell'intero bacino lettori chitarristi italiani e il probabile prezzo di listino di un'inserzione nostrana. Guitar Player fu una grandissima rivista specializzata, un esempio seminale da divorare dalla prima all'ultima pagina; dico "fu" perché, da quando è passata tanti anni fa a un grande gruppo editoriale, con la concorrenza di Guitar World e tante riviste metal, mi è sembrata via via sempre meno rigorosa, interessante e, purtroppo, sincera (nei test strumenti). Per questo ho smesso di abbonarmi... Ma anche perché invecchio e i chitarristi pop-rock trattati da un certo punto in poi non mi interessavano molto; inoltre, arrivavano regolarmente a destinazione metà delle copie e a un certo punto l'editore ha smesso, almeno per l'Italia, l'invio di seconde copie. Noi, con le Poste, ci combattiamo tutti i mesi...
    Quoto anch'io. Infatti mi riferivo proprio alla fine anni '80 e primi anni '90. A quel tempo compravo spesso Guitar Player. A metà anni '90 ho scoperto Axe e lo compravo regolarmente assieme a "Guitar Tecnique" e qualche volta Guitarist (riviste inglesi che contenevano pure un CD con le backing tracks e tutti gli studi della rivista).
    Adesso non compro più riviste internazionali quindi non so dire, ma ricordo che allora Guthrie Govan (di cui si parla anche nell'ultimo numero di Axe) scriveva e suonava proprio per queste riviste ... ma allora era conosciuto solo in Inghilterra: in Italia non lo conosceva nessuno.

  8. #8
    Axista Junior L'avatar di SimoneSalvatore
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    Axe fa parte della mia vita dal primo numero: la leggevo di nascosto sotto il banco al liceo!
    Dopo 18 anni da lettore e 9 da collaboratore non posso che essere felice se la rivista incontra i gusti di un pubblico attento e curioso!

    Mille grazie per i vostri apprezzamenti e grazie a Fabrizio e Maurizio che, in controtendenza con la superficialità che regna sovrana in tante altre realtà di carta e virtuali, danno uno spazio del genere a personaggi che non sono certo mainstream!

    Ma questa è Axe: ricordo ancora quando uscì la copertina con Mattias IA Eklundh, che in Italia nessuno conosceva! Questo si chiama coraggio!
    Grazie a Axe ho conosciuto - in tempi in cui YouTube o i social networks non erano neanche un'idea! - tanta musica che diversamente avrei ignorato e che mi ha aiutato a formarmi un gusto musicale.

    Ancora tanti auguri per i 18 anni!
    Axe Rulez!!! \m/

  9. #9
    Axista Senior
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    Mattias IA Eklundh l'ho conosciuto proprio sulle pagine di Axe ed è stata una delle mie più belle scoperte musicali degli ultimi anni!!...Gran chitarrista poliedrico, credo che la Caparison lo stia ancora ringraziando......

  10. #10
    Axista Senior L'avatar di Filippo Anglani
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    Ritornando a Steve Kahn, per la sua drammatica franchezza e per il realismo con il quale descrive l'odierna situazione musicale mi ricorda a tratti il nostro Italo De Angelis.

    E' evidente anche che si tratta di una persona di grande cultura e sensibilità, così come chi lo ha intervistato, e così come anche il nostro ..............................^^^^^^

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