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Un Grammy come miglior album blues per Buddy Guy? Ad ascoltare Born To Play Guitar non si può che concludere che mai premiazione fu più giustificata. Buddy Guy canta e suona con un’energia e una padronanza incredibili, focoso, irruente, ma allo stesso tempo senza una nota di troppo. I brani si snocciolano prendendo l’ascoltatore per la gola, inesorabili, con arrangiamenti efficaci e trascinanti, suoni aggressivi quanto basta e tanta atmosfera realistica del blues di quella Chicago che il giovane Buddy conobbe quando vi dominavano Muddy Waters, Howlin’ Wolf, Mama Thornton, radici chiaramente presenti in queste tracce, ma senza nostalgia; al contrario, suonano fresche e vitali, tradizionali eppure sorprendentemente attuali. Il fatto è che Buddy canta e suona su arrangiamenti saldamente ancorati alla storia e al lessico del blues, con l’esuberanza di un ragazzo al primo disco e proiettato al blues di domani, ma controllando se stesso quanto basta con la mano ferma del timoniere esperto...

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