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Intervistiamo Manlio Maresca che negli scorsi mesi ha pubblicato con i suoi Manual for Errors un interessante album, costruito su un'ipotesi estetica originale e controcorrente: Hardcore Chamber Music. Ascoltando il disco di Manlio Maresca, ci si trova immersi in un sound compatto, organizzato e solidamente strutturato. Sennonché l'architettura che ne sta alla base cerca proprio di valorizzare l'eccentricità dell'anomalo, il fascino dell'ordine disturbato. Il nome della band che lo esegue è del resto eloquente: Manual for Errors. Il lavoro è una proposta certamente originale e vale la pena di approfondirne la portata con il chitarrista diretto interessato...

Al primo ascolto ho pensato: «Bellissimo, è un disco di vero Hard Bop!» Da cosa dipende? Dalle scelte di arrangiamento o magari anche dalle soluzioni tecniche di registrazione? Maresca: Be’, il disco è stato registrato al Grovefarm di Roma, un ottimo studio, dove si realizzano prevalentemente dischi jazz. La sua osservazione però è interessante: progettandolo ho pensato proprio al suono del jazz degli Anni ‘60...