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Tanti nomi di stompbox per la simulazione elettro-acustica o elettronica di un fenomeno naturale. Gli effetti di ritardo sono senz’altro dispositivi di origine molto datata, per ricreare artificialmente un “ambiente” al suono. Come abbiamo visto nel mio primo articolo su Axe, l’uso degli effetti di ritardo o ambiente per la chitarra risale ai primi Anni ’50. Già agli albori della registrazione in studio venivano utilizzati dispositivi elettro-meccanici per ricreare l’effetto eco/riverbero e conferire spazialità a tracce audio altrimenti troppo “secche”. Questo perché, specialmente in caso di registrazioni multitraccia e di riprese con microfoni molto ravvicinati alla fonte di diffusione del suono, si perde completamente il contributo acustico della stanza in cui viene prodotta la musica. Di questo problema risentivano maggiormente gli strumenti elettrificati, che, in alcuni casi, venivano registrati in diretta, cioè attaccando l’uscita direttamente al banco mixer. Negli Anni ’50 alcuni ingegneri del suono, per restituire calore e ambiente al suono registrato, utilizzavano una tecnica abbastanza semplice: riproducevano...