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Corrado Rustici e Peppino D’Agostino sono, ognuno a proprio modo, due mostri sacri della chitarra e della musica. Italiani di nascita entrambi, ma californiani d’adozione, amici di lunga data e con in comune una rara e profonda spiritualità espressa in musica, hanno da poco dato alla luce un disco che li vede coprotagonisti: For the beauty of this wicked world, prodotto dallo stesso Rustici, con ospiti George Brooks al sax e Jeff Campitelli alla batteria e percussioni. I due fuoriclasse offrono nel disco spazi musicali distribuiti tra progressive, ambient, fusione ed elettronica, non incentrati sulla chitarra come comunemente si potrebbe pensare. Eppure di chitarra - elettrica, acustica, MIDI, 6 e 12 corde - in For the beauty of this wicked world ce n’è tantissima, virtuosistica anche e spesso totalizzante, ma usata con modestia per esprimere un universo musicale diverso, una proposta di bellezza “altra” per questo mondo malvagio e stupendo allo stesso tempo, come l’uso dell’aggettivo wicked consente nella sua doppia accezione normale e slang.