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A 25 anni dal precedente album di studio (Il 13 - EMI 1994), a maggio 2019 usciva Transiberiana (Inside Out Music), ultimo lavoro del Banco del Mutuo Soccorso. Si tratta, come da tradizione, di un disco realizzato con la fisionomia del concept album, tipica delle incisioni storiche della formazione prog rock romana. Abbiamo avuto l'occasione per intervistare il leader storico della band, Vittorio Nocenzi. E anche per fare quattro chiacchiere con i chitarristi del gruppo, Filippo Marcheggiani e Nicola Di Già.

Nocenzi, che tipo di direttore musicale è lei: comprensivo e adattabile oppure esigente e puntiglioso come Frank Zappa? L'intenzione non è quella di essere come Zappa, ma di fatto poi si diventa così, perché… bisogna farlo. L'intenzione è sempre quella di incontrare i miei amici e far suonare loro la mia musica. È una sensazione molto bella stare umanamente bene insieme.

Lei è l'anello di congiunzione tra il Banco del Mutuo Soccorso storico e quello nuovo, composto da musicisti che non hanno conosciuto quel gruppo. Ha dovuto scegliere qualcosa di particolare del vecchio repertorio o li hai costretti a rivederselo tutto? Intanto sceglierei bene i verbi: non ho dovuto, ho voluto portarmi dietro tutto. Certamente tutto il repertorio non era necessario per una serie di motivi, il primo dei quali è che loro conoscono già perfettamente il repertorio del Banco: per rapporti interpersonali, per amicizie pregresse, ecc. Per entrare in una storia come la nostra, la devi conoscere. Certo, devi presupporre tutto quello che suonerai dal vivo e devi saper suonare bene tutto quello che è scritto. Il criterio per cui abbiamo scelto alcuni brani invece che altri dipende soprattutto dall'attività concertistica della precedente formazione. Ci sono pezzi che sono proprio incardinati nel percorso della band, come Il ragno, Metamorfosi, i brani di Darwin o R.I.P. ...