Copertina di Scuola di chitarra acustica blues, ragtime, country, fingerstyle, jazz, di AAVV

AA. VV.

Scuola di chitarra acustica blues, ragtime, country, fingerstyle, jazz

BMG Ricordi

Tratto da Axe 108, Marzo 2006
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Il nuovo volume di Davide Mastrangelo viene pubblicato a proseguimento del precedente lavoro per la collana Lizard curata da Giovanni Unterberger; collaborano al testo Franco Morone, Lelio Padovani, Maurizio Parri.

Dopo un’esauriente introduzione su come usare questo e gli altri libri della serie (legenda dei simboli adottati in partitura, regole generali per la diteggiatura, sigle degli accordi con relative equivalenze con il sistema anglosassone…) si parte con il terzo livello di studio, introdotto da un simpatico dizionario ragionato che annuncia, con esempi musicali, le tecniche che scopriremo nel corso di questo viaggio unplugged.

Sia il terzo che il quarto livello sono organizzati secondo lo stesso schema: nove capitoli che, partendo da esercizi di tecnica, conducono lo studente ad affrontare problematiche di stile, arrangiamento, improvvisazione, ear training, ecc. con estrema progressività e assoluta chiarezza. Per brevità, citeremo solo alcune tra le tecniche affrontate: double-stop, percussioni, banjo rolls, armonici, harp style… con un cammeo del nostro Parri sullo stile di Tuck Andress.

Gli studi proposti, pensati per affrontare in maniera musicale le tecniche acquisite, ci conducono per sentieri stilistici tanto disparati quanto attraenti: dal blues alla beguine, dalla celtica al ragtime, passando per country, jazz, latin… Il tutto con accordature standard o “geneticamente modificate”.

Ottimi, sempre in un’ottica di applicazione concreta, i consigli sulla discografia da tenere in considerazione: accanto a T.Emmanuel, L.Kottke, B.Jansch, M.Hedges, T.Andress, gli autori ci ricordano di non tralasciare l’ascolto di Simon & Garfunkel, Stephen Stills, Poco, Cat Stevens, Beatles, Jethro Tull, Bob Dylan, Bruce Cockburn, anche per ricevere input a livello compositivo. Non dimentichiamo che melodie immortali, supportate da una una buona tecnica, saranno ascoltate con piacere da chiunque, mentre, in mancanza di idee melodiche vere, una tecnica esuberante probabilmente annoierà anche il pubblico più specialistico. A questo scopo gli autori punteggiano gli esercizi con suggerimenti assai utili, nel caso avessimo smarrito il lume della creatività tra un armonico e un banjo roll.

Un buon metodo, riuscito sia dal punto di vista tecnico che musicale, rivolto a chi, di dreadnought, parlor, jumbo e 000 già ne sa un po’: chi ne fosse completamente a digiuno può sempre rifarsi con il primo volume!

Simone Salvatore


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