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Quando si parla di parlor size per la chitarra acustica, si evocano silenziosi salotti fine ‘800 in cui strumenti di piccole proporzioni ed elegante fattura erano pizzicati dalle mani di chitarristi - spesso agghindate fanciulle - alle prese con sospirose canzoni tradizionali. Ma non è il solo ambiente in cui queste chitarre trovarono spazio, finendo di lì agli Anni ’50 del ‘900 nelle mani di moltissimi bluesman, folk singer e spesso anche di compositori, grazie alla loro comodità (consulta lo Speciale Acustico suppl. Axe n.108 dedicato ai formati acustici. Washburn ha uno dei cataloghi di chitarre elettriche e acustiche più impressionanti del mondo, e non poteva mancare al suo interno una serie di piccolo formato come la WP26SNS di questo test. La chitarra si presenta leggera (solo 1,670 kg.!) e ben costruita, ricca di dettagli che la impreziosiscono, come la fine rosetta in materiale simile all’abalone e i numerosi intarsi di varia foggia inseriti su tastiera e paletta. Parlando di paletta, questa è correttamente del tipo finestrato classico per l’epoca di riferimento, con meccaniche dorate a ingranaggio scoperto di discreta qualità e disposte 3+3. La tavola armonica è in cedro massello di bella venatura sottile e dal tipico colore rossiccio. Dal punto di vista timbrico questa scelta comporta un suono più pronto da nuovo e più caldo in generale dell’abete. La cassa è in palissandro compensato. In palissandro, ovviamente massello, anche tastiera e ponte; in osso il ponticello con compensazione per la corda si. Il manico, comodo e di buona fattura, è in un sol pezzo di mogano, se si eccettua il tacco riportato...