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Alex Skolnick nasce nel 1968 in California, nella Bay Area di San Francisco. Ama i chitarristi rock storici, da Hendrix a Clapton, ma anche Eddie Van Halen e Randy Rhoads. Prende lezioni da Joe Satriani e nel 1983 debutta giovanissimo nei Legacy, futuri Testament, grande thrash metal band Anni ’80. Sotto i colpi del grunge, complici i cattivi rapporti interni al gruppo, Alex lo lascia nel 1992. La crisi della chitarra rock solista così come affermatasi negli Anni ’70/’80, con l’episodio-cerniera del provino negativo per Ozzy Osbourne nel ‘95, porta Alex a cercare nuove strade. Si trasferisce a New York e si dedica allo studio del jazz presso la New School del Greenwich Village, con George Garzone e Reggie Workman. Nel 1998 fonda un suo trio jazz. La virata esistenziale e stilistica si sostanzia nel disco del 2002 Goodbye to Romance: Standards for a New Generation (Skol Productions) a nome dell’Alex Skolnick Trio, un lavoro ancora acerbo in cui si interpretano con suoni puliti e intenzione jazzy brani rock di Aerosmith, Black Sabbath, Kiss, Ozzy, Who e qualche originale. Se la matrice metal del chitarrista si è mantenuta viva nel tempo grazie a collaborazioni con Les Claypool, Savatage, Lamb of God e, dal 2005, gli stessi rinati Testament, la strada nel jazz è ormai tracciata come maestra nella sua discografia, aprendo una tendenza artistica, quella dei chitarristi rock “convertiti” al jazz, di cui forse Skolnick rappresenta oggi il miglior rappresentante. Conundrum è il quinto disco dell’Alex Skolnick Trio, uscito in settembre per la Palmetto/MRI su vinile, CD e digitale. Un trionfo di chitarre pulite (elettrica, gypsy, country, acustica) distribuite su nove brani. Nell’intervista approfondiamo il discorso con Alex…

Qual è il significato del titolo di questo nuovo disco dell’Alex Skolnick Trio? Il titolo fa riferimento ai sentimenti suscitati in molti di noi dai recenti disordini socio-politici, soprattutto a partire dalle elezioni del 2016 negli Stati Uniti. È una sensazione surreale che ha a che fare con l’esser stati gettati nel caos provenendo da una vita abbastanza ordinata, da un sistema sociale e governativo che, lungi dall’essere perfetto, offriva almeno un senso di stabilità. La sensazione è peggiorata dal fatto che molti stanno accettando punti di vista estremi contro ogni ovvia evidenza. È una situazione di stallo [in Inglese conundrum] globale. Questa è una risposta alla tua domanda. Ce n’è anche un’altra più semplice: abbiamo fatto l’inusuale scelta di inserire un assolo di batteria come primo assolo del disco, e la parola tamburo [in Inglese drum] è contenuta in… Conundrum!