Studiando la chitarra ci si imbatte quasi subito nel famigerato girodidò: appena preso possesso del barré ci sentiamo esperti e accantoniamo il suddetto insieme di accordi come "robetta da principianti". Se in seguito ci si rivolge a generi seriosi come il jazz, con grande sorpresa e furiosissimo sdegno ci si accorge che la maggior parte degli standard sono costruiti, almeno in parte, su forme più o meno rimaneggiate del giro... Facile dunque? Per niente, perché fior di musicisti e qualche scienziato aritmetico applicato alla musica hanno sudato sette camicie per stravolgere questi accordi e renderne ardua la digestione al chitarrista timorato: sostituzioni, alterazioni, riarmonizzazioni e changes sono pane quotidiano per chi si dedica allo speziato mondo del jazz! Nell'esempio analizziamo quindi il giro nella sua forma originale, tanto per render chiaro uno dei percorsi possibili su cui far muovere i primi passi al nostro basso.
Nelle battute 1/2 le toniche degli accordi in questione.

Battute 3/4 - Le toniche armonizzate: otteniamo accordi di settima con note omesse (con terza o settima al canto) che ci permettono di mantenere le note aggiunte al basso sulle corde centrali. L'accordo di VI grado viene quasi sempre sostituito con un VI7 che fa da dominante al II grado.

Battute 5/6 - Per far camminare il basso è necessario pensare a cosa suonerebbe un (contrab)bassista: normalmente, se si suona con un feel in 4, bisogna fare in modo che la pulsazione sia di una nota per ogni quarto, cercando di sottolineare dinamicamente il secondo e il quarto tempo di ogni misura. Per aggiungere note possiamo pescare dalla triade o dall'arpeggio relativo all'accordo: in DO avremmo do, mi, sol, (si), non necessariamente in quest'ordine. Per collegare due accordi la via più praticata è quella di suonare una nota di passaggio cromatica vicina a quella della tonica successiva. Così, per collegare do e la potremmo suonare do, sib e la oppure do, sol#, la: ma gli esempi potrebbero essere infiniti...

Battute 7/8 - A questo punto non resta che unire la linea di basso con gli accordi, cercando di piazzare ritmicamente questi ultimi dove li suoneremmo normalmente.

Nelle battute 9-10 una variazione ritmica dell'esempio precedente.

N.B.: L'importante è cercare di suggerire la presenza di un basso e di una chitarra, quindi, una volta presa la mano, evitiamo di sovraccaricare la parte, cercando di tenere semplice la linea walkin' e gli accordi. Ancora più importante è ascoltare bene chi canta: non dobbiamo suonargli sopra per dimostrare che abbiamo studiato le estensioni superiori, ma cercare di lavorare per la canzone con accordi e groove che valorizzino il risultato finale.

Simone Salvatore

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