Fabrizio Dadò, direttore di Axe

Cari Lettori,
nell’ultimo anno abbiamo cercato in ogni modo di evitare il passo che a breve dovremo accettare di compiere: il ritorno di Axe a una periodicità bimestrale, così com’era all’inizio di questa grande avventura (1995). Purtroppo, sulla pesante situazione economica generale avviatasi dal 2008, gravano sempre più la crisi dell’editoria, quella degli strumenti musicali, quella dei dischi e, tanto per gradire, quella specifica del nostro Paese, con consumi sempre più ridotti e attività che chiudono a ripetizione senza essere sostituite da altro. Nell’attesa di un eventuale cambio di tendenza, abbiamo investito in attrezzature e ammodernamenti, puntato sull’usuale capacità di approfondimento, ma defezioni di inserzionisti già evidenti e altre possibili annunciate per il 2013 rendono assolutamente necessario un atteggiamento di grandissima cautela.

Non vorrei né potrei qui analizzare le cause di questa situazione, ma qualcosa si può accennare... Sul fronte della stampa tradizionale, è indubbio che i lettori siano diminuiti rispetto a solo pochissimi anni fa, le testate chiudono ovunque nel mondo, il loro trasferimento su web e app raramente dà buoni risultati, se si eccettuano i colossi mondiali dell’editoria, comunque da sempre abituati a incassare dalla pubblicità più che dalle vendite. Negli ultimi anni in Italia abbiamo assistito all’allontanamento di un pubblico nostrano di per sé tra i più esigui del mondo, alla progressiva chiusura di migliaia di edicole e di alcuni distributori stampa a livello locale. Questo è in gran parte dovuto alla crisi economica generale, ma anche al cambiamento dei costumi e del modo di informarsi, con la tendenza a non voler più spendere neppure un singolo euro per saperne di più: c’è un intero mare a disposizione gratis, che importa se nella rete finisce anche pesce senza valore o addirittura... velenoso? In una parola, Internet, che sempre più spesso mi sembra il problema e la soluzione contemporaneamente; ad esempio, quando viene pronunciata da alcuni operatori commerciali per motivare tanto le proprie difficoltà quanto la decisione di investire in promozione su quel canale per via dei costi più contenuti e soprattutto della pubblicità cosiddetta virale.

Penso però che anche i siti specializzati non se la stiano vedendo granché bene, visto che i maggiori costruttori e distributori sembrano sempre più orientati a bypassarli e a trasformare i propri spazi web nelle fonti stesse dell’informazione, con comunicati accattivanti, pagine FB cariche di fan e demo di buon livello tecnico, per una capacità di controllo sulla fama dei propri prodotti che in passato non potevano neppure sognarsi. Un test strumento o la recensione di un disco sono inseriti e replicati, in toto o in parte, infinite volte sulla rete, e il gioco è fatto... All’indirizzamento di massima efficacia pensano i motori di ricerca, la pubblicità mirata e il fatto che - alla faccia della tanto agognata privacy - andiamo comunicando in giro i nostri dati, preferenze, costumi, consumi ed esperienze già per il solo fatto di navigare. Un “orrore” inspiegabile, a mio avviso, ma ormai è andata così...

Penso che tutto questo finirà, anzi stia già finendo per torcersi contro il sistema intero, visto che, a fronte di tanta comunicazione e tecnologia, il sistema produttivo occidentale va a picco da anni e prospera chi altrove fa a prezzi bassissimi bulloni e circuiti stampati realizzati con materie prime fornite a costi di sopravvivenza da terze parti tra le più sfortunate della Terra. Non si vive di sola comunicazione, supporto, scambi e “mi piace”: qualcuno, e magari qualcuno in più dei sempre meno che se ne occupano a livello globale, dovrà pur produrre beni materiali (anche quando veicolano idee e conoscenze) e qualcun altro dovrà pur comprarli a prezzi che garantiscano benessere e sviluppo a tutte le parti. Troppo semplice? Staremo a vedere...

Non accetto l’implicazione di una sconfitta nel ritorno alla periodicità bimestrale, anzi voglio coglierlo come un’opportunità per fare una rivista ancor più bella e per dedicarsi con tutta la nostra esperienza a un settore dove c’è ancora molto da fare! Guardandosi in faccia con senso di responsabilità, va ammesso che il nostro mondo, per le giovani generazioni, si è spostato interamente sugli spazi telematici. Ed è lì che noi andremo a portare professionalità e, se necessario, a raddrizzare qualche schiena! La nostra sfida del 2013 sarà questa: riusciremo ad avere su web lo stesso impatto che Axe ebbe nel ‘95, influenzando qualche generazione di chitarristi in erba?

Il ritorno all’edizione bimestrale comporterà un problema per i nostri fantastici abbonati, e di questo mi scuso vivamente! Mi auguro che i nostri più grandi e fedeli sostenitori avranno la gentilezza e la generosità di accettare lo spostamento delle scadenze dei propri abbonamenti in avanti nel tempo fino al pareggio dei conti. Migliori axisti, vi siamo debitori, ma per carità non infierite! Anzi, rinnovate... Cari amici, sono tempi duri, ma è nelle difficoltà che si vedono idee, preparazione e tempra. Sono a piena disposizione per ricevere le vostre impressioni e considerazioni via email indirizzandole a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure attraverso il Forum di Axe, dove apriremo un’apposita discussione.

Fabrizio Dadò

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