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Joe Satriani Satchurator e Ice9

Tratto da Axe 183




Satchurator e Ice9

Come promesso su Axe 182, dove abbiamo provato il delay Joe Satriani Time Machine, ora è la volta di altri due pedali della linea JS: il distorsore Satchurator e l’overdrive Ice9. In comune i due effetti hanno la costruzione in Giappone, box metallico, footswitch meccanicamente non rumorosi, manopole stile chicken (4 blu per l'Ice9 e 3 crema per il Satchurator), alimentazione a pila da 9V (fornita, sostituibile attraverso uno sportello sul fondo del pedale) o con alimentatore standard (non fornito). Il look è molto curato, con scritte serigrafate in verità non molto leggibili. A eccezione dello spazio per il vano pila, i pedali hanno il fondo totalmente ricoperto da uno strato di gomma antiscivolo. Mentre per il Satchurator è chiaro il riferimento al soprannome Satch dell'endorser, nel caso dell’Ice9 il nome proviene dal famoso brano presente sull’album Surfing With The Alien (Relativity/Epic 1987), a sua volta un riferimento al romanzo Cat’s Cradle (tit. it. Ghiaccio-nove) di Kurt Vonnegut. Finito il preambolo, cominciamo i test.

 

ICE9

Il circuito prevede l'utilizzo di “a special op-amp and premium diodes”. È dotato di 4 controlli dal nome esplicativo: Gain, Tone, Bass e Level. In più, ha un selettore che permette di scegliere tra posizione Vintage e Modern: la Casa spiega che, nel secondo caso, al circuito si aggiunge un diodo al Germanio. Uno dei due footswitch (serviti da LED blu di giusta luminosità) attiva l'effetto (On), l'altro (More) aziona un boost che varia anche la struttura delle medie. L'Ice9 è catalogato come overdrive, ma la quantità di gain disponibile è piuttosto elevata: se regoliamo il controllo Gain a zero, abbiamo già una lieve saturazione molto dinamica e in grado di sorreggere le note nei fraseggi e soprattutto nei bending. Il controllo di tono Tone funziona in maniera canonica sulle alte frequenze, mentre quello di basse Bass non appare efficacissimo a un primo ascolto, ma risulta assolutamente vincente nel rendere corpose le note negli assolo senza perdere definizione. Le due posizioni Vintage/Modern permettono di ottenere suoni che rendono il comportamento di questo pedale doppio: infatti, mentre il timbro resta pressoché invariato, anche se con una leggerissima enfasi di alte, basse e gain nella posizione Modern, quello che si può suonare cambia drasticamente perché l’Ice9 offre un comportamento dinamico “morbido” nella posizione Vintage e uno più “duro” in quella Modern. Di questo va tenuto conto nel momento in cui si decide l'attivazione del pedale: per situazioni “intimistiche” sembra più idonea la posizione Vintage, mentre quando serve un attacco più evidente e una risposta in generale più veloce, è preferibile la Modern. Nessuno ovviamente vieta di comportarsi in maniera contraria... Questo vale anche quando si usa il pedale per “boostare” un canale dell’ampli distorto, situazione in cui ci ha fatto letteralmente sgranare gli occhi: il suono dell'amplificatore diventa più massiccio, “pompato” e carico di gain, ma anche piuttosto dinamico, regalando enorme facilità nel playing e discreto rispetto del timbro dell'ampli. L’Ice9, in linea di massima, dà una saturazione piuttosto morbida che rende quasi inutile l'uso di un compressore. Assolutamente non fastidioso l’attacco delle note, molto musicale e “cicciotto”, se così si può dire. Non manca assolutamente il gain sufficiente a shreddare, ottenendo, in luogo di un suono dritto e sfacciato, delle sonorità morbide e eleganti.

 

SATCHURATOR

È di colore rosso acceso e presenta 3 manopole: Gain, Tone e Volume. I footswitch sono gli stessi dell’Ice9 (il boost More è stato inaugurato proprio su questo modello), ma i LED sono rossi. Il micro-switch denominato Pad adatta, principalmente abbassandone il livello, un suono in ingresso troppo alto per il corretto funzionamento del pedale (la Casa fa riferimento a certi wah di concezione moderna). Il Satchurator è un vero e proprio distorsore. Diciamo subito che suona bene a qualunque livello di gain, anche con la manopola Gain tutta chiusa, regolazione con cui si possono affrontare con buoni risultati situazioni rock-blues e hard-rock, sia in accompagnamento che in assolo, dove il modo More offre ulteriore gain e volume. Il livello d'uscita non è altissimo, ma sufficiente alle esigenze comuni, mentre lo switch Pad sembra non avere alcun effetto una volta collegata semplicemente la chitarra (sul manuale è scritto che la sua azione è “subdola”...). Abbiamo allora collegato un wah in ingresso, e in effetti qualche differenza in termini di maggiore equilibrio ha cominciato a farsi sentire. Non contenti, allora abbiamo usato un pedale capace di veramente tanti decibel di guadagno: in questo caso, l'azione del Pad è stata evidente, riuscendo a diminuire la distorsione e ad aumentare la definizione agli estremi di banda. L’azione del controllo Tone è particolare: girando in senso antiorario la manopola aumentano i bassi e diminuiscono gli alti, il contrario quando si va in senso orario: efficacissimo, tutto il suono del Satchurator si gioca su questa manopola. Il timbro è quanto di più azzeccato ci possa essere per un amante dello shred vecchia maniera, quello cioè che abbia ancora a cuore vibrato, dinamica e definizione: il suono è molto grosso e presente, l'attacco piuttosto “cattivo”, caratteristiche che vengono aumentate dal boost More. Il comportamento dinamico è molto simile a quello dell'Ice9, anche a bassi livelli di Gain. Con questo pedale è possibile affrontare qualsiasi forma di distorsione, purché si faccia veramente molta attenzione a come si regola il controllo di tono. Il sustain ottenibile è praticamente infinito, mentre la rumorosità, se pensiamo al guadagno in ballo, è assolutamente a bassi livelli. Anche nelle ritmiche il pedale eccelle, sfoggiando dirompenti power chord da hard rock e definiti palm-muting in contesti metal. Da segnalare, se ce ne fosse bisogno, che il Satchurator è vincente nell'esecuzione di legati e tapping (come l'Ice9 del resto, anche se in misura minore). Se uniamo questa caratteristica al fatto che gli armonici vengono fuori con molta facilità e al timbro di scuola decisamente inglese “hot rodded”, sembra difficile trovare di meglio per affrontare il repertorio dell'endorser. Usato per “boostare” un canale già distorto, il comportamento è inverso rispetto a quello dell'Ice9: il suono rimane molto simile e viene solo amplificato. Utile anche in questo caso.

 

LA MANO DI SATCH

In chiusura di questo appassionante test veri e propri difetti non neabbiamo trovati. Vogliamo mettere l'accento sull'ottimo rapporto qualità/prezzo di questi pedali Vox, in maniera particolare del Satchurator, e sull'effettiva attinenza dei suoni con quelli dell'endorser, il quale, come spiegato nella documentazione, ha contribuito in maniera attiva all'ottenimento di questi versatili effetti. Obiettivo raggiunto.

Alessandro Riccardi
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