JOHN SCOFIELD

Works For Me

(Verve)

Axe Maggio 2001

sofield

 "IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI", potrebbe essere il sottotitolo ideale a questo piccolo capolavoro di stile che ci viene da John Scofield. Un sofisticato omaggio al jazz classico realizzato insieme a un gruppo di musicisti di altissimo livello: il pianista Brad Mehldau, il sassofonista Kenny Garrett, Christian McBride al contrabbasso e il veterano Billy Higgins alla batteria. La registrazione di un album con un tale dream team era un sogno nel cassetto che Scofield agognava da diverso tempo e il fatto che questo CD giunga dopo un intenso periodo dedicato al groove e al funk, esattamente come all'inizio degli anni '90 giungeva l'indiscutibile capolavoro Time On My Hands dopo i dischi fusion post davisiani, è certamente non privo di significato. Scofield ha sempre frequentato senza ombra di snobismo quasi tutti i generi del jazz. Questo approccio lo accomuna sicuramente all'eclettismo del suo amico di sempre Pat Metheny in un viaggio parallelo nella musica che sembra essere ispirato dalle stesse esigenze. Apre il CD, tra chiacchierio sottovoce degli stessi musicisti, un groove accattivante del contrabbasso di McBride, introduzione per la prima delle undici composizioni dell'album, I'll Catch You, tutte del chitarrista di Dayton, eccetto la conclusiva Freepie firmata da tutti i componenti della band. Impostato con grande libertà e linearità nella successione degli assoli, il disco si presenta, anche a detta dello stesso Scofield, né come una session né come un disco di standards. Infatti, si potrebbe inquadrare il CD come un viaggio a ritroso nelle reminiscenze del chitarrista: Works For Me unisce passato e futuro con inusuale delicatezza. Il secondo brano del disco, Not You Again, ci riporta alla collaborazione con Gerry Mulligan e Chet Baker e a temi come Line For Lyons dal carattere profondamente cool jazz. Attenzione, quello di Scofield non è citazionismo e neanche semplice gusto per il retrò, ma un autentico viaggio nel passato compiuto da un artista che si è cimentato in quasi tutti gli stili del jazz. Il clima di apparente leggerezza che si respira fin dalle prime battute del disco è sostenuto dallo spessore jazzistico del leader e dei suoi compagni che in Big J, brano a tempo di swing ancor più cool del precedente, fondono le melodie in un architettonico incastro per terminare su di un coda dal sapore evansiano. Loose Canon riporta ai ritmi soul e funk di Hand Jive e Groove Elation; infatti, su di un pedale modale sostenuto da un ostinato ritmico, Kenny Garrett, che suona il sax contralto quasi come fosse un tenore, rinnova abilmente le atmosfere coltraniane care al chitarrista. Il suono della chitarra è sempre più nasale e in questo contesto con un overdrive meno duro del solito. Scofield non rinuncia comunque al suo fraseggio ritmico e ricco di cromatismi e al tempo stesso ci offre anche elementi stilistici più squisitamente bop e m a i n s t r e a m, rintracciabili in buona parte sia nei dischi i registrati con i pianisti Ritchie Beirach e Hal Galper (Live, 1978) o nelle collaborazioni con Joe Henderson (So Near, So Far, 1993) e ancor prima con i già citati Chet Baker e Gerry Mulligan (Carnegie Hall Concert, 1975). La presenza di un importante pianista come Brad Mehldau si fa notare soprattutto in due composizioni: una bossa che sembra essere stata ispirata da Ana Maria di Wayne Shorter in cui Mehldau, oltre a inserirsi nel pedale introduttivo al tema con i suoi sinuosi arpeggi intrecciati a quelli della chitarra acustica di Scofield, è protagonista di uno degli assoli più ispirati dell'intero album. L'altro brano, Six and Eights, è aperto da un'obliqua introduzione di piano, frutto di quelle commististioni stilistiche che hanno fatto conoscere Mehldau in tutto il mondo per il suo stile pianistico perfettamente fuso tra contemporaneità europea e cultura afroamericana. Senza nulla togliere agli altri musicisti che animano la session, il merito dell'accattivante sound di Works For Me va in parte attribuito ad uno dei più importanti maestri della batteria jazz, Billy Higgings. Il batterista (vittima di gravi problemi di salute, non potrà suonare nella tournée live del gruppo), dispensa dall'alto della sua esperienza autentiche perle di saggezza musicale fuse nello spessore creativo del suo groove, che rende ancor più magico il ritorno al jazz di John Scofield, qui protagonista di uno dei suoi dischi più belli e ispirati.

Mauro Campobasso

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