Cover Paul Gilbert - Silence Followed by a Deafening Roar

Paul Gilbert

Silence Followed by a Deafening Roar

Mascot 2008

Tratto da Axe 131, Aprile 2008
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La title track è introdotta da atmosfere rarefatte, quasi in stile U2, ma ogni perplessità viene fugata dallo splendido riff dispari, chiara reminiscenza delle atmosfere prog anni ’70 (“Yesseggianti”): in effetti il brano ha un sapore classico mai scontato, uno sviluppo articolato e tuttavia sempre coerente e, sin dalle prime battute… una quantità di lick disumani da tenere occupate le nostre dita per anni!

La produzione di questo lavoro (opera dello stesso Paul) si rivela, sin dall’inizio, molto scarna e avvezza alle sonorità dirette, anche qui dal sapore seventies, ma assolutamente efficace alla causa; la sezione ritmica è costituita da Mike Szuter (basso), Jeff Bowders (batteria) e la consorte Emi Gilbert (Hammond B3 e piano).

Una spaventosa intro in tapping ci introduce a Eudaimonia Overture, brano rock piuttosto “dritto”, che nelle sonorità del riff può ricordare certe composizioni dei Mr. Big; il solo, intenso e velocissimo, rappresenta un vero compendio dello stile di Paul… E che dire del momento classicheggiante finale, tratto da J.S.Bach? Allucinante…

La successiva The Rhino è un brano rock che torna a seguire il sentiero dell’hard-prog strumentale, ed è caratterizzata da unisoni ritmici davvero devastanti, con la chitarra sempre giustamente in primo piano, ma decisamente ben coadiuvata dai compagni di scorribande sonore della sezione ritmica.

Il granitico riff di Norwegian Cowbell non inganni, non è ancora tempo di tirare il fiato: ancora unisoni ritmici nemmeno pensabili dalla mente umana ci colpiscono come un pugno… Siamo in puro stile Racer X, ma contaminati da tutte le esperienza successive di tipo pop del nostro Paul! È giunto infatti il momento di aprire una parentesi: quello che fin qui ci lascia basiti, oltre a una tecnica che non è mai stata messa in discussione, è un gusto tutto nuovo nelle aperture melodiche, negli improvvisi temi cantabili che spezzano i momenti tecnici più impegnativi… Paul suona oggi melodie bellissime con un’intensità unica, che a tratti ricorda un vero caposcuola come Brian May. Eccezionale! Che queste nuove capacità melodiche nascano dall’esperienza maturata come cantante? Possibile, in ogni caso rappresentano il valore aggiunto a un album che si rivela, ascolto dopo ascolto, molto più completo e maturo di Get Out Of My Yard: ascoltare la ballad I Cannot Tell A Lie per credere e avere un buon saggio delle capacità espressive di Paul.

Uno splendido momento classico è rappresentato dalla Suite Modale firmata dal compositore svizzero Ernest Bloch (1880 – 1959), che vede al piano la presenza di Emi Gilbert, e la chitarra dotata di un suono miracolosamente “flautato”, splendido! The Gargoyle è uno dei nostri pezzi preferiti: pura adrenalina shred neo-classica in stile Racer X, con interventi assolutamente inumani, progressioni armoniche mai scontate…

Ma ad essere onesti è dura scegliere un brano che sia davvero “preferito” all’interno di un lavoro così valido! Questo è un disco shred di valore assoluto, come ne aspettavamo da anni, realizzato con capacità disumane, attenzione alle composizioni, produzione vintage che però suona terribilmente attuale. Da avere e lunga vita al re!

Marco Cardona


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