Cover di Is There Love In Space?, Joe Satriani

Joe Satriani

Is There Love In Space?

Epic/Sony 2004

Tratto da Axe 90, Luglio/Agosto 2004
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Aspettare l'uscita di un nuovo disco di Joe Satriani è sempre un piacere; negli anni, infatti, il buon Satch ci ha regalato intense emozioni, innovazioni e, soprattutto, gran bei brani. La formula però sembra non funzionare più, le melodie sono sempre più elementari e le composizioni sempre più povere, facendo precipitare la qualità degli ultimi due CD del chitarrista rispetto ai precedenti.

Il G3 sta diventando un'affannosa manifestazione di aspetti commerciali e la scusa per un nuovo disco da dare in pasto ai fan. L'aspetto artistico ne sta risentendo, come si è già potuto ascoltare in Strange Beautiful Music e come purtroppo si ascolta in questo nuovo lavoro, che apre con Gnaahh, rock ben portato dalle sapienti mani di Jeff Campitelli; traspare uno scollamento tra sessioni di batteria e chitarra, dinamicamente slegate in tutti i brani. In generale il suono di Satriani in questo disco è confuso e poco definito: scelta artistica? Up In Flames ha un sapor di transistor: il gran suono valvolare di The Extremist sembra scomparso per far spazio a una sonorità talora fuzzosa e più inscatolata del solito, come nel riff iniziale di Hands In the Air; proprio questo riff ci ricorda però le enormi potenzialità di Satriani.

Single hit del disco sembra essere Lifestyle, totalmente radiofonica e con una divertente intro al Whammy e voce doppiata in stile. Arriviamo alla title track Is There Love in the Space?, asciutta al punto giusto, tanto da riportarci alla mente quel fantastico disco intitolato Joe Satriani (Sony Music, 1995), dove tutto era bello [e grazie: il produttore era un certo Glyn Johns. Ndr]: ottimi i temi e gli interventi, oltre all'eccellente scelta timbrica per gli strumenti nel più bel brano dell'intero CD.

Segue il pop radiofonico di If I Could Fly, che, nonostante gli intenti acustici, non riesce a colpire al cuore. Aria di rock, invece, in The Souls Of Distortion, in cui Joe esplora i filtri digitali: uniti a un sapiente uso del wha, danno alla chitarra una voce robotica di grande impatto. Just Look Up è un lentone romantico e mieloso alla nausea. Il rock'n'roll di I Like The Rain non convince, sembra un riempitivo. I 10 minuti di Searching, jam con Matt Bissonette al basso, confermano il sapore "rimediaticcio" del CD, chiuso finalmente da Bamboo.

Satriani ci sembra stanco e privo di stimoli; soltanto in rare occasioni tira fuori la carica e la genialità che lo hanno contraddistinto. Speriamo di vederlo presto risorgere.

Jurij Gianluca Ricotti


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