Tutte le trascrizioni sono tratte dall’album Tribute [Epic, 1987], di Ozzy Osbourne, dedicato alla memoria di Randy Rhoads.

 

Paranoid

Il famosissimo brano dei Black Sabbath, nella versione firmata dal vivo dalla band solista di Ozzy, con Randy Rhoads alla chitarra.

L'inizio è un classico attacco pentatonico da brivido, ma poi Randy si "allarga" e nella seconda misura si concede delle frasi out passando dalle pentatoniche minori di MI, FAe infine FA#. È un ottimo esempio di come, quando un'idea è suonata con grande convinzione e intensità, possa anche contenere note fuori ma rimanere mooolto efficace. Randy unisce le tre pentatoniche sempre dalla 5ª diminuita della scala blues, visto che questa fa parte anche della scala blues situata un semitono sopra (es.: sib = b5ª di MI blues pent e 4ª di FA blues pent., ecc.). Come già detto, l'importante è suonare il tutto con grande intenzione e il giovane Randy ne aveva da vendere!

Mr Crowley

Uno dei cavalli di battaglia del chitarrista, il solo di Mr Crowley.

Randy a volte improvvisa i soli dal vivo, a volte invece è abbastanza fedele alla versione in studio. In questo caso cambia solo qualcosa qua e là. Tutto gira intorno alla scala di RE minore pentatonica, ma nel finale si riaffaccia la minore naturale in un crescendo che sfocia nell'intensissimo bending.

Mr Crowley

Sempre da Mr Crowley, il classicheggiante solo finale.

Tutto è basato su una progressione in stile bachiano, dove Randy suona velocissime triadi a sestine, che ricalcano la progressione, mentre nella penultima misura la melodia è armonizzata a due voci per terze, con una tensione che cresce e tocca l'apice nella misura conclusiva, dove un velocissimo plettrato crea un effetto tremolo (tipo mandolino). Anche qui l'intensità è alle stelle: ascoltiamo la versione live prima di provare a suonare la trascrizione, e capiremo!

Goodbye to Romance

Randy riduce le varie tracce della versione in studio in un'unica take di gran classe ed effetto...

Partiamo dal Remagg7, accordo inusuale nella musica metal, specie nel voicing quartale di Re 6/9 alla fine della prima misura; si passa poi al Sim9 e al Fa#m7 della seconda misura per risolvere al Sol6 della terza misura e infine al La della quarta battuta. Randy riesce a mettere insieme un arrangiamento che comprende le varie parti (nelle linee essenziali) della versione in studio: accordi, arpeggi e melodia, il tutto con un suono crunch con chorus.

Flying High Again

Classico il solo, eseguito con il tapping. La frase in tapping è basata su triadi, quelle della progressione.

La, Fa, Re, Sib. La diteggiatura è sempre la stessa, ma si sposta avanti di un semitono ogni volta che si cambia corda, questo perché la progressione scende di una 3ª maggiore La - Fa (cambio da prima a seconda corda), poi di una 3ª minore Fa - Re (cambio da seconda a terza corda) e poi ancora di una 3ª maggiore Re - Sib (cambio da terza a quarta corda).

Flying High Again

Sempre da Flying High Again, ecco un esempio di come Randy arrangi (nella versione live su Tribute)l'armonizzazione elaborata in studio. Una soluzione semplice ma che ricalca l'effetto delle due chitarre della versione in studio. Il tutto con un suono distorto anche nella terza battuta, quando sull'accordo di Re Randy evidenzia la 9ª dopo la tonica, il tutto utilizzando le corde a vuoto. Ancora armonici per la parte conclusiva.

Revelation

Dal solo, un fraseggio classicheggiante intorno alle note della scala di MIm armonica; la scalata, con degli efficaci trilli, si conclude con un pedale intorno alla nota si.

Revelation

Sempre dallo stesso solo su Revelation, il caratteristico utilizzo delle corde a vuoto, altro marchio di fabbrica di Randy: il tutto si muove intorno a MI minore naturale.

Nella seconda misura il mi a vuoto della prima corda fa da pedale alle altre note della scala; nella terza misura, sull'accordo di Si, viene utilizzata ancora la scala di MIm naturale fatta eccezione per il fa naturale (5ª diminuita di Si) che colora momentaneamente l'accordo. Ultima finezza l'armonico artificiale sul la dell'ultima misura.

Fabio Cerrone

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