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Sull’onda dell’esplosione tecnica e creativa che pare caratterizzare ultimamente la Electro-Harmonix, ci sono stati proposti due nuovi pedali destinati alla riproduzione di sonorità “organistiche” denominati Lester G, pensato in special modo per l’uso con la chitarra, e Lester K, più adatto a una tastiera. Per una volta il nome Lester non ha a che vedere con Lester Polsfuss (alias Les Paul), ma piuttosto con Don Leslie, inventore nel 1940 del famoso mobile con altoparlanti rotanti utilizzato dagli organisti Hammond per “spazializzare” il suono dell’organo liturgico nelle chiese. Grazie all’apprezzamento anche da parte dei chitarristi, a partire dai primi phaser e Uni-Vibe fino ai più moderni chorus e multieffetti, nel tempo si è assistito a svariati tentativi di riprodurre per via analogica quel particolare complesso di oscillazioni, portando a volte alla generazione di nuovi effetti. Meglio hanno fatto, forse, i simulatori a modelli fisici, per lo meno dal punto di vista timbrico, mentre la grande dinamica dei Leslie originali resta ineguagliabile. I Lester della EHX utilizzano tecnologia digitale, ma non del tipo a modelli fisici, ad esempio, del Line 6 Roto Machine o dello Strymon Lex; né del tipo dei sint pilotati da pickup esafonici con conversione MIDI, tipo Roland. Electro-Harmonix sfrutta qui la stessa tecnologia dei vari B9, Key9, C9 e del nuovo Mel9, una sintesi di cui ormai è pienamente padrona, basata su manipolazione e controllo di onde, frequenze e filtri, sviluppata e raffinata fino a ottenere credibili suoni di tastiere, organi e chissà cos’altro in futuro. Il tutto in un comune pedale pilotato direttamente dai pickup della chitarra.