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È passato relativamente poco tempo dalla precedente intervista con Lorenzo Venza su Axe n. 207, ma, si sa, l’arte mal si sposa con tempi e scadenze; quindi, dopo l’esperienza Utopia, eccolo nuovamente sulle nostre pagine con il suo atteso debutto solista. Lorenzo auto-produce Liquid Sky, che all’ascolto si rivela una autentica ghiottoneria per gli appassionati. Potendo contare su esaustive risposte, ci stringiamo ai minimi termini nell’introduzione e, come diceva il Dario nazionale, andiamo senz’altro a incominciare…

Come si è strutturata l’idea di Liquid Sky e come si è trasformata in progetto?

In realtà, avrei dovuto pubblicare il mio primo disco quasi 10 anni fa: avevo dei brani pronti e cercavo una band con cui provarli, per testare il tutto con il suono reale del gruppo, ma, per una serie di coincidenze e sfortune, non sono mai riuscito ad avere la possibilità di provare per registrare. Stavo pensando di iniziare a lavorare ad arrangiamenti al computer, che finissero nel disco al posto di musicisti in carne ed ossa, quando è iniziata la mia storia con gli Utopia...