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L’amplificatore per chitarra ZT Amplifiers Club 12 CLG1S che andiamo a trattare è andato fuori produzione nel 2017, ma è reperibile qua e là come usato. Nasce come evoluzione nelle dimensioni e nel cono dell’apprezzato e diffuso ZT Lunchbox con altoparlante da 6,5" (sempre in produzione) che nel Club 12 diventa un 12". La ZT Amplifiers nasce da un’impresa di Kenneth Kantor, un ingegnere elettronico specializzato in altoparlanti e innamorato della psico-acustica, che inizia a lavorare alla NAD (New Acoustic Dimension), poi è direttore R&D della Acoustic Research (storico produttore di altoparlanti di Boston) negli Anni ’80. In seguito passa alla NHT, sempre nel settore altoparlanti, ma più spinto verso la psico-acustica. Nel 1990 la NHT è ceduta alla Jensen e Kantor la segue. Nel 2004 fonda con Michael Hackworth della Cirrus Logic la Tymphany Co., che detiene lo storico marchio danese Peerless ed è tra i leader mondiali nella produzione di altoparlanti avanzati per uso consumer. Si arriva al 2007 per vedere Ken fondare la ZT Amplifiers, dedita alla produzione di amplificatori per strumenti musicali a progettazione USA e costruzione cinese. Il Club 12 ha il mobile realizzato in MDF (legno artificiale) verniciato in grigio argento; bello a vedersi con tutti i suoi angoli arrotondati stile vecchio TV a tubo catodico, e anche robusto. Il peso è di circa kg 10; le dimensioni sono minime: mm 357x235x381. La costruzione è praticamente sigillata, di poco più grande delle dimensioni dello stesso cono, protetto da una griglia metallica. Poderosa la maniglia in plastica. Un insieme che promette bene in termini di resistenza alla dura e imprevedibile vita del chitarrista di club e studio. Sul retro c’è una bella piastra in alluminio spazzolato che chiude il mobile e reca prese dei servizi e una maniglia metallica per l’asportazione. La potenza dichiarata è di 200 Watt in classe A/B (in realtà circa 125 continui e 200 musicali), ma ciò che più importa è l’efficienza del cono, con un SPL di ben 130dB 1W/ 1m. Il circuito è simile a quello parzialmente digitale del Lunchbox, da cui il Club 12, oltre che per il cono da 12", si differenzia per avere controlli separati di toni alti e bassi, effect loop e riverbero di tipo Plate anziché il più modesto Ambience del fortunato predecessore. I controlli sono disposti in uno scavo protettivo sul top dell’ampli: oltre ai toni citati, abbiamo Reverb, Volume e Gain, quest’ultimo a regolare un circuito analogico di overdrive a diodi, mentre un DSP con conversione a 24 bit 44.1 kHz interviene su dinamica, equalizzazione, riverbero e presumibilmente… una dose di “psico-acustica” implementata.