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Un uomo solo al comando. Il suo nome è Jan Zehrfeld, il suo progetto i Panzerballett. Iniziamo così, parafrasando uno dei momenti più epici del la storia del ciclismo, con Mario Ferretti che narrava le gesta del mitico Fausto Coppi. Un uomo solo al comando, dicevamo; sembra strano parlando di una band, ma una combinazione di elementi e vicende personali, ha portato il nostro a caricarsi sulle spalle l’intero peso della lavorazione di Planet Z (Gentle Art of Music), disco la cui uscita è fissata per il 18 settembre 2020. A dire il vero, Jan ha preso questo cambio di situazione come un’occasione per realizzare un progetto che aveva in mente da qualche anno: chiedere a musicisti di sua conoscenza di scrivere brani nello stile Panzerballett. Detto fatto, perlomeno a livello compositivo il lavoro è stato alleggerito, ma, per non faticare meno del solito, Jan ha pensato bene di mettersi pure al basso. Per tamburi e affini, poi, è riuscito nell’intento di far suonare su Planet Z, diversi batteristi con i quali desiderava fortemente colla- borare. Dicevamo dei brani; un paio c’erano già e attendevano il momento giusto, due sono di sua mano e gli altri sono arrivati. A questi va aggiunta una mirabile versione panzerballettiana della famosissima Cavalcata delle Valchirie (Walkürenritt) del suo illustre connazionale Richard Wagner. Il risultato è, come da tradizione, una azzardata, meticolosa, appassionata, intricata riuscitissima fatica discografica: Planet Z, il pianeta dei contrasti, delle convivenze sonore apparentemente impossibili. Come ci disse lo stesso Jan nella precedente intervista su Axe n.6 - marzo 2018: “Combinare jazz e metal è una costante lotta tra il piacere e, allo stesso tempo, l’ostacolo di provare a unire qualcosa di veramente distante”. Passiamo all'intervista...