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Speciale Gibson

da Axe 102 

L’automobile attraversò il ponte sul Delaware, procedendo verso Stroudsburg. I due uomini a bordo vedevano a stento la strada mentre una pioggia torrenziale si rovesciava sul veicolo, unendo asfalto e cielo in una sola, impalpabile, massa plumbea.

Ted aveva preso il volo per New York, dove lo attendeva Phil e ora viaggiavano insieme verso una remota capanna di caccia. Dalla mattina, dopo aver fatto colazione insieme, i due uomini si alternavano alla guida verso quella località isolata. La pioggia non aveva concesso tregua per tutto il giorno e faceva sembrare il viaggio interminabile. Fecero sosta presso un locale, prima che la strada s’inerpicasse sulla montagna. Phil chiese di telefonare. “Sono appena fuori Stroudsburg”, disse Mary, il marito prese la cornetta e fece, con tono gioviale: “Salve Phil, mentre cenate vi mando incontro Wally, da soli non ci trovereste…”

NASCITA DI UN MITO -  CHITARRISTI E AVVOCATI

Il faticoso viaggio che Ted McCarty affronta, insieme a Phil Braunstein, avvocato di Les Paul (al secolo Lester Polfus), ha lo scopo di mostrare al chitarrista un prototipo della chitarra cui la Gibson sta lavorando da mesi. La casa verso la quale si dirigono, nel parco di Delaware Water Gap, in Pennsylvania, appartiene all’editore Ben Selvin, un amico di Les Paul. Il soggiorno è adattato a studio di registrazione e il luogo è stato scelto per fruire del silenzio e della tranquillità garantiti dall’isolamento. Presenti, oltre al chitarrista, sono la cantante Mary Ford e sua sorella Carol, seconda voce nelle esibizioni dal vivo. Wally Kamin, marito di Carol, suona il basso nel gruppo di famiglia. Les, che da anni tenta di convincere la Gibson a produrre uno strumento a corpo solido, viene cercato solo dopo che Leo Fender ha scosso il mercato con la sua Broadcaster; ma ora la chitarra è fra le sue mani e supera le sue aspettative. Ted spiega che l’idea è di attribuire al modello il suo nome: Les Paul. La stesura del contratto dura a lungo, e all’alba, dopo aver ripreso un po’ di energie con le uova e il bacon preparati da Mary Ford, Ted e Phil si rimettono in viaggio per New York, da dove McCarty telefona a Mr. Berlin per annunciare che la missione si è conclusa felicemente. Finalmente si può immettere sul mercato la Les Paul Guitar, un modello che, più che nella Storia, sarebbe entrato nel Mito.

SVILUPPI E POLEMICHE

L’episodio della presentazione della chitarra a Les Paul, secondo McCarty, sarebbe avvenuto nel 1950, ma è più probabile che sia avvenuto all’inizio del ’52. Secondo Les Paul, Maurice Berlin, presidente della Chicago Musical Instruments, cui all’epoca appartiene il marchio Gibson, nel 1951 affida l’incarico di contattarlo a un suo uomo di fiducia, Tom Carlucci. Poco dopo avviene un primo incontro fra il chitarrista, Berlin, Carlucci e l’avvocato Marv Henricson, durante il quale si definiscono approssimativamente le caratteristiche sonore che dovrà avere il nuovo modello a corpo solido e si stila una bozza di contratto. Successivamente Les Paul porta a Kalamazoo alcune sue chitarre, compresa la celebre The Log da lui costruita, affinché i tecnici le usino come riferimento. Probabilmente McCarty ha l’incarico di mostrare il prototipo finito e concordare i termini definitivi del contratto in caso di approvazione (si stabilisce per Les Paul il 5% del prezzo di fabbrica su ogni esemplare venduto). Per molti mesi i tecnici della Gibson conducono esperimenti con diversi tipi di legno, fino ad arrivare alla conclusione che l’equilibrio migliore fra sostegno, timbro e peso, si ha con una base di mogano e una tavola superiore di acero. I prototipi sono almeno una dozzina e hanno la tavola superiore piatta, compreso quello mostrato a Les Paul; ma poi alla Gibson si decide di adottare una tavola scolpita per conferire un aspetto più classico allo strumento e aumentare il vantaggio su eventuali concorrenti con meno esperienza e attrezzature atte a una simile soluzione (in fabbrica si allude spesso alla Broadcaster di Fender chiamandola semplicemente “la tavola”).

 


LA LES PAUL MODEL

Il primo modello ad entrare in produzione, definito semplicemente Les Paul Model, ha il corpo composto da una base (back, fondo) di mogano dell’Honduras e da una tavola superiore (top) di acero con finitura dorata (gold top). L’attaccacorde, che inizialmente doveva essere quello a trapezio usato per le chitarre archtop, con ponte separato, è invece di un nuovo tipo, disegnato dallo stesso Les Paul, sempre a trapezio ma con una barra unica che funge anche da ponte per incrementare il sostegno. Il montaggio delle corde è “rovesciato”, rispetto a quanto previsto da Les Paul, in quanto le stesse passano sotto la barra anziché sopra per rendere possibile il muting con il palmo della mano destra, tecnica molto usata dal chitarrista. La Gibson aveva dovuto adottare quella soluzione per aver mal calcolato l’angolo d'inclinazione del manico rispetto al corpo: un errore costruttivo, corretto dopo alcuni mesi, che stupisce da parte di gente tanto esperta e su cui il chitarrista polemizzerà a lungo. La linea elegante ricorda quella di un'archtop in scala ridotta. La tavola di acero è sagomata con un andamento che ricorda il bordo di un piatto fondo rovesciato, facendo guadagnare a queste chitarre il nomignolo di Dish Top (profilo superiore a forma di piatto) in opposizione a quelle costruite negli anni Settanta, con una bombatura meno accentuata. Nel ’53 è adottato un ponte/attaccacorde fisso avvitato direttamente sulla tavola. 

LA LES PAUL CUSTOM

Nel 1954 si introduce un nuovo modello, definito Les Paul Custom, dalla finitura nera (ebony) in contrasto con le parti metalliche placcate in oro. Nella posizione al manico appare un pickup definito semplicemente Alnico Pickup, appena concepito da Walter Fuller. Presso il ponte è collocato un regolare P 90. Le corde sono fissate a un attaccacorde fisso che però non funge più anche da ponte; questa funzione è affidata a un elemento separato con sei sellette regolabili (una per corda) per una più accurata intonazione (Tune-O-Matic). Il sistema è ideato dallo stesso Ted McCarty e sarà usato, dall’anno successivo, anche sulla LP Model. La tastiera della Custom è di ebano, con segnaposizione a blocco in madreperla. Su questo modello, definito dai collezionisti Black Beauty, manca la tavola di acero e il top è scolpito direttamente da un unico blocco di mogano; la ragione più probabile per questa scelta è la volontà di differenziare timbricamente le due chitarre; ma di nuovo Les Paul ritiene che i suoi suggerimenti siano stati disattesi, visto che la Custom avrebbe dovuto avere il top d’acero.


LES PAUL JUNIOR E SPECIAL

Ad affiancare i due modelli, sempre nel ’54, si aggiunge la Les Paul Junior, una versione interamente di mogano, con top piatto, finitura sfumata, tastiera di palissandro brasiliano con segnaposizione a punto e un solo pickup P 90 presso il ponte. Su questa chitarra si adotta il ponte/attaccacorde in blocco unico in uso sulla Les Paul Model in quel momento. La Junior mostrerà di non essere affatto inferiore alle altre della gamma, rivelando una voce potente, ma anche versatilità e grinta insospettabili in uno strumento tanto semplice. Nel 1955 un nuovo modello, definito Les Paul Special, si aggiunge a completare la gamma. È simile alla Junior, ma ha finitura beige e due pickup P 90. A questo punto la gamma è completa e per tutta la durata della produzione di questa che definiremo serie originale, la Les Paul Model e la Custom sono disponibili, dietro richiesta, con leva del vibrato Bigsby. Si aggiungono varianti dei modelli, con versioni di dimensioni ridotte (cassa di 3/4) dei modelli economici dedicate ai più giovani e perfezionamenti nell’hardware fino al 1960.


GLI ANNI '60 E '70 -  DALLA LES PAUL ALLA SG

Nel 1961 l’intera linea è ridisegnata con corpo più sottile e doppia spalla mancante a punta. Sulla Custom e sulla Standard si adotta una leva del vibrato definita Vibrola, il cui coperchio si estende fino all’estremità inferiore del corpo. Sulla Special e sulla Junior, variante TV inclusa, rimane in uso l’attaccacorde/ponte in soluzione unica, sostituito, verso la fine del ’61, con una versione che ha una sorta di “cresta di compensazione” su cui passano le corde per migliorare l’intonazione. Rispetto alla serie originale, le nuove Les Paul hanno di fatto un suono diverso, con una minore capacità di sostegno, minore enfasi sulle medio-alte, una voce robusta ma in qualche modo più sottile sugli acuti e, in generale, meno autorevole. In compenso sono più versatili, leggere ed eleganti nella linea; la parte alta della tastiera è facilmente raggiungibile fino all’ultimo tasto; sono eccellenti nei suoni puliti, ma anche capaci di molta grinta in saturazione. Nel 1962 il contratto con Les Paul scade e il chitarrista, impegnato nella causa di divorzio da Mary Ford, preferisce non rinnovarlo, dichiarandosi anche insoddisfatto delle modifiche apportate alla serie senza il suo consenso. La Gibson decide allora di rinominare la serie usando la sigla SG, che sta per Solid Guitar.


IL RITORNO

Nel 1968, sulla spinta di una forte richiesta, si reintroduce il disegno originale con due modelli: Les Paul Standard, con top dorato e due P 90, e Les Paul Custom, con finitura nera, parti metalliche dorate e due pickup humbucking; entrambe hanno la tavola superiore d’acero. Nel 1969 la Standard è sostituita dalla Les Paul Deluxe, con due pickup minihumbucking disegnati da Seth Lover per la Epiphone nei primi anni Sessanta. Nel 1974 a questi due modelli si aggiunge la Les Paul Standard, questa volta con finitura sunburst e due pickup humbucking; ma la tavola d’acero è in tre pezzi e di un tipo diverso da quelle usate negli anni Cinquanta, priva di fiammature. Nei primi anni Settanta sono introdotti modelli con pickup a bassa impedenza, le Les Paul Professional, Recording e la semiacustica Les Paul Signature, tutti di scarso successo. Nel ’79 appare la Les Paul Artist, con pickup ceramici ed elettronica attiva, altro insuccesso. Un po’ meglio va alla Artisan, con due o tre pickup ceramici e decorazioni floreali. Si succedono in seguito diverse repliche e nuovi modelli, ma in generale la qualità delle produzioni di questo periodo non regge il confronto con quelle originali. Nel 1980 si fa un tentativo di riallacciarsi al passato con l’introduzione delle Les Paul Heritage ‘80 Standard ed Elite, con tavole di acero figurato.Sulle Les Paul di serie il mogano, più pesante di quello usato negli anni Sessanta, è alleggerito da appositi fori (non visibili) praticati sotto la tavola d’acero (weight relieved body). Nel 1985 appare la Les Paul ’59 Reissue, primo tentativo serio di rispolverare le caratteristiche originali, compreso il Dish Top. Negli anni Novanta la serie Historic Collection propone repliche fedeli dell’intera gamma, con le principali varianti che si sono succedute dal ’52 al ‘61 e con un’accuratezza sempre più accentuata (non più weight relieved body, più preciso dish top,long tenon, ecc.) e completata recentemente con i nuovi pickup Burstbucker. Le repliche attuali, anche se secondo alcuni non riproducono al 100% le caratteristiche dei modelli di riferimento, le cui quotazioni sono ormai nella stratosfera, sono ottimi strumenti che già molti professionisti hanno aggiunto al proprio arsenale con soddisfazione. Intanto la gamma Les Paul si espande con sempre nuovi modelli e perfino versioni semi-acustiche. 

I SEGRETI DELLA LES PAUL - CORPI SCOLPITI

Nelle Les Paul Model e Custom la tavola superiore scolpita è realizzata con una prima sagomatura a macchina, poi completata manualmente fino a ottenere la curvatura desiderata. La parte centrale, su cui poggia il ponte e sono ricavate le sedi per i pickup, è piatta, poi scende con una pendenza piuttosto ripida e poco prima del bordo appare convessa (dish top). Questa forma ricorda molto quella del fondo dei violini Stradivari. Lo spessore sotto il ponte è molto omogeneo fra un esemplare e l‘altro, ma il resto del top mostra lievi differenze che rendono unica ogni chitarra. Questo tipo di costruzione rende molto rigida la sezione centrale, favorendo il sostegno, mentre verso i bordi, dove l’energia trasmessa dalle corde tende ad avere un’influenza minore, rende lo strumento più risonante. In una Les Paul, contrariamente ad altre chitarre, il corpo risulta più rigido del manico, rafforzando le alte frequenze, in pratica affidando alla struttura la funzione che su una Stratocaster, ad esempio, è svolta dal blocco inerziale sotto il ponte. Sebbene il rapporto fra sezione centrale e bordo sia relativamente basso, la curvatura e la convessità prima del bordo danno l’impressione di una profondità maggiore di quanto sia in realtà. Il mogano dell’Honduras, se ben stagionato, permette di ottenere tavole relativamente leggere, molto risonanti e con un timbro caldo ma aperto; l’acero, più rigido, tende a un suono chiaro che enfatizza le medio-alte e il sostegno. Questi elementi, insieme al tipo di costruzione e alla forma della tavola superiore, rendono la Les Paul una chitarra a corpo solido unica nel suo genere, con un timbro ricco di armonici e dotata di una propria personalità sonora, frutto della combinazione fra risonanza dei legni e rigidità della struttura. Molti strumenti di questo periodo storico, anche di altri costruttori, sembrano avere una certa qualità relativamente indipendente da variazioni nelle specifiche dei pickup usati; nel caso di questo modello Gibson questo aspetto sembra accentuato: in una buona Les Paul le caratteristiche di risonanza dell’insieme tendono a prevalere con più decisione su quelle delle parti elettriche, tanto che le misure effettuate sui pickup spesso non spiegano il timbro di alcuni esemplari e generalmente si ritiene che quelli più leggeri suonino meglio anche qualora abbiano pickup meno potenti della media. Un altro aspetto importante per spiegare il successo del modello, è la non comune coerenza estetica, dovuta sia alla linea sia alla collocazione dei comandi, che danno luogo a uno stile elegante e pratico ad un tempo. Tale eleganza, già evidente nella purezza del profilo nelle versioni in tinta unita, raggiunge livelli ancora più alti quando, sul modello che poi diverrà noto come Standard, si sceglierà di colorare il top in un vistoso rosso sfumato semi-trasparente, che fa risaltare le splendide fiammature dell’acero usato (alcune gold top sverniciate hanno rivelato che lo stesso tipo di legno era celato sotto la finitura dorata, sebbene le due tavole non fossero unite proprio al centro come su quelle sfumate). La finitura sunburst sulle Les Paul è ottenuta applicando un fondo giallo trasparente che accentua le proprietà riflettenti dell’acero, legno tendente al bianco con cenni di giallo e marrone. Quindi si sovrappongono le tinte per ottenere la sfumatura che porta a un rosso scuro presso i bordi. Infine si aggiunge la vernice trasparente, che ha una funzione protettiva. I sottilissimi strati colorati sul fondo giallo fanno da filtro alla luce riflessa dall’acero e, insieme alla curvatura della tavola, creano un effetto tridimensionale, con le fiammature più o meno evidenti secondo l’angolo della visuale e una caratteristica sensazione di “movimento”. Contrariamente alle vernici moderne, le vernici alla nitrocellulosa sono particolarmente sensibili ai raggi ultravioletti, alle condizioni climatiche e ad altri fattori che ne determinano cambiamenti visibili nel tempo. La tinta cherry red usata dalla Gibson è ottenuta con l’aggiunta di una piccola percentuale di blu al rosso, per dare maggiore profondità. Con il tempo il rosso e il blu tendono a svanire in misura proporzionale all’esposizione ai fattori invecchianti, ma, dal momento che il processo ha tempi diversi per i due colori, il blu, più resistente, rimane presente più a lungo; nel frattempo lo strato trasparente che li avvolge, invecchiando a sua volta, assume un colore ambrato che filtra ulteriormente la luce ammorbidendo la tonalità. La combinazione dei mutamenti crea nel tempo una varietà di sfumature che aggiungono ombreggiature tendenti al marrone o con accenni di verde, che possono essere più o meno accentuate secondo la colorazione particolare delle singole tavole di acero (le due sezioni sono realizzate con la tecnica del book-matching, anche se non sempre appaiono perfettamente combacianti e in alcuni casi sembrano accoppiate parti provenienti da tavole diverse). Tutto ciò avviene in misura diversa su ogni chitarra, sia per variazioni nella gradazione della sfumatura, sia per lievi differenze nello spessore dei singoli strati, sia per le caratteristiche delle tavole (più o meno chiare, con più o meno figure, se di taglio quarter sawn o flat sawn, ecc.), sia per le condizioni esterne cui è stata esposta (luce solare, fumo, sudore, variazioni climatiche,ecc.). Di conseguenza si applicano definizioni diverse per le varianti più comuni che, da quella originale alla più “sbiadita” sono: Cherry Sunburst, Faded Cherry Sunburst, Teaburst, Honeyburst e Lemon Drop. Quelle con figure scarsamente evidenti sono dette Plain Top. Alcuni esemplari, sui quali una dose evidentemente maggiore di blu conferisce bordi più scuri, sono denominati Darkburst e Tobaccoburst (da non confondere con il Tobacco Sunburst), con sfumatura che va dal marrone scuro al giallo, finitura che risulta usata solo su due Les Paul, una delle quali appartenuta a Duane Allman. Questa complicità fra le caratteristiche volute dai progettisti e gli effetti non previsti ad opera del tempo, rendono le Les Paul individuali nella voce e nell’aspetto. Poiché il tipo di acero usato mostra diversi tipi di figure, secondo il taglio e il luogo di provenienza dell'albero da cui è ricavata la tavola, le chitarre sono classificate in base al loro aspetto.


Le definizioni più comuni sono: Flame Top, Tiger Stripe, Curly, Fiddleback, Pin Stripe, Ribbon Curl, Blister e Bird’s Eye. Da notare che la curvatura della tavola può mettere più o meno in risalto le figure, in un modo imprevedibile prima di eseguire l’operazione, altro aspetto che aumenta l’individualità degli strumenti. Una descrizione anche sommaria delle varianti possibili richiederebbe più spazio di quanto ce ne sia concesso. Sulle Les Paul Model con finitura dorata il fondo e il manico sono tinti con una vernice semi-trasparente tendente al noce; con il passaggio alla finitura sunburst si applica una particolare formulazione di cherry red che, penetrando nei pori, accentua le venature del legno. La gradazione di nero usata per le Custom risulta più profonda di quella usata dal ’69 in poi. Con queste premesse il collezionismo è conseguenza inevitabile e gli esemplari più ricercati sono senza dubbio quelli sunburst con le figure più vistose (ma non mancano i fan delle Gold Top), che sono relativamente rari; ma va ricordato che la bellezza della tavola, di per sé, non ha effetto sul timbro e spesso chitarre dall’aspetto più dimesso sono vere “tigri” dal punto di vista delle qualità sonore. Nel 1968 la Les Paul Standard viene reintrodotta con finitura dorata e pickup P 90; sembra che questi corpi siano rimanenze degli anni Cinquanta. La Custom ha il top in acero e due humbucker. Nel ’69 il modello Standard è sostituito dal Deluxe, dal corpo laminato (mogano/acero/mogano, in uso fino al '74) e tavola di acero scolpita meno profonda delle originali; le Custom del periodo hanno la stessa struttura. La Standard introdotta nel ’74 ha tavola di acero in tre pezzi non figurati. La Custom di regolare produzione, da allora, è essenzialmente una Standard con tastiera in ebano e parti dorate. Il profilo originale Dish Top, reintrodotto con le ’59 Reissue degli anni Ottanta, è più preciso sulle riedizioni Historic e, negli ultimi anni, applicato anche sulle Les Paul di produzione normale. Attualmente la Historic Collection offre tavole selezionate esteticamente e spesso più figurate e con disegno più regolare di quelle d’epoca. Una versione con top in acero non figurato, denominata ’58 Plain Top Reissue, è offerta a un prezzo molto più basso (ma attualmente non risulta importata in Italia). La Standard attuale, a parte un minore rigore nella selezione dei legni (specialmente riguardo il peso), ha vernice alla nitrocellulosa con additivi che accelerano l’asciugatura e limitano i rischi di screpolature nel tempo, ma rendono l’aspetto un po’ “caramelloso” e la rendono un po’ gommosa al tatto. 

CHE MANICO!

I manici, inclusa la sezione centrale della paletta, sono ottenuti con tavole di mogano dell’Honduras quarter sawn, per la massima resistenza alla trazione e una maggiore rigidità, facendo coincidere la parte più forte, con le venature più parallele, all’altezza del capotasto. Il manico delle prime Les Paul è piuttosto massiccio, con profilo a C e 22 tasti sottili; il tacco si estende all’interno del corpo oltre la metà della cavità del pickup al manico (long tenon, v.foto). Alla fine del ’53 l’angolazione del manico con il corpo, troppo ridotta inizialmente, è finalmente corretta (la maggior parte delle Les Paul fino al ’60 ha un angolo di circa 4 o 5 gradi, con prevalenza del primo caso). L’angolo della paletta rispetto al manico è di circa 17°. Sulla Custom i tasti sono molto bassi sulla tastiera, tanto da valergli il nomignolo di Fretless Wonder, “meraviglia senza tasti”. Dal 1959 al 1961 il profilo dei manici diviene gradualmente sempre più sottile. La larghezza al capotasto è sempre di mm 43, mentre la scala dello strumento è di 24 ¾” per tutti i modelli (secondo Les Paul, in seguito a una sua precisa richiesta). Da circa metà del 1959, sul modello sunburst, i tasti sottili sono sostituiti con altri di spessore medio. Le meccaniche Kluson Deluxe usate fino al 1960 hanno palette a forma di tulipano con un anello alla base (single ring); dal ’60 ne hanno due (double ring). Sulla Custom si usano meccaniche Kluson Sealfast, e poi Grover Roto-Matic dal ‘59. La Junior e la TV del ‘61, già con la sagoma delle SG, presentano una differenza strutturale rispetto agli altri modelli, che secondo molti ne migliora stabilità e capacità di sostegno: il manico si estende all'interno del corpo fino a circa metà della sua lunghezza, ottenendo una maggiore solidità, una migliore trasmissione delle vibrazioni e una voce più ricca. Le Les Paul reintrodotte negli anni '70 hanno manici con angolazione della paletta - più larga di quelle d’epoca - di circa 14°; dal ’69 è apparsa una voluta sul retro che ha lo scopo di rinforzarla, poco apprezzata esteticamente e abbandonata nel 1979; l’estensione del manico all’interno del corpo arriva appena a sfiorare la cavità del pickup (short tenon).


Si susseguono manici in tre pezzi di mogano e poi in tre pezzi di acero, ma nell’80 sulla Les Paul Heritage Elite si torna a quello in un sol pezzo di mogano (con tastiera in ebano, palissandro per la Heritage Standard), gradualmente adottato anche sulle Standard e sulle Custom. Nel 1983 iniziano tentativi più accurati per produrre riedizioni dei modelli vintage, con palette più sottili e una scelta di legni più oculata. Nei primi anni ‘90, finalmente, si raggiungono i giusto profili per paletta e manico, e il tacco, sulle Historic, torna a essere long tenon. Anche l’angolo manico/corpo torna ai 4° originali. Lo stesso Tom Murphy della Gibson, che ha curato le riedizioni degli anni Novanta e che ora è concentrato sulle finiture “invecchiate” di modelli selezionati, ammette che questi particolari, per quanto possano sembrare di poco conto, sono essenziali per riprodurre il suono degli originali. 

I PICKUP - IL P 90

Derivato da un modello introdotto appena prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il P 90 entra in produzione nel 1945.

La struttura, identica al precedente modello del ’40, è basata su due calamite in alnico (il nome indica i componenti principali: alluminio, nichel e cobalto, da cui AlNiCo) collocate sul fondo di una bobina avvolta con circa 10.000 spire di filo AWG 42 (circa mm 0,063 di diametro) plain enamel, con una resistenza media di circa 8 kOhm, +/- 20%. All’interno della bobina sei espansioni polari a vite dirigono il flusso magnetico verso le corde. Secondo molti esperti raramente su questi pickup si è usato alnico 5, ma più spesso gradi lievemente meno potenti come 2, 3 o 4. Le repliche attuali Gibson hanno calamite in alnico 5. Le calamite sono inserite con una polarità, generalmente Sud, verso il centro, e l’altra, di solito Nord, verso l’esterno. Dal momento che due polarità opposte si attraggono, il flusso magnetico emanato dai lati esterni si dirige verso le espansioni polari al centro, immergendo l’avvolgimento nel campo così creato;questo determina una finestra magnetica più ampia rispetto ad altri modelli a singolo avvolgimento e, insieme alla potenza delle due calamite e all’elevato numero di spire, rende il suono particolarmente pieno e il livello d’uscita considerevole. Il timbro è brillante ma pastoso, ricco di medie ma con un accentuato picco di presenza sulle medio-alte. Il P 90, al posto del coperchio metallico del suo predecessore, ha due tipi di coperchio di plastica: Dog Ear, con le “orecchie”, per il fissaggio sulla tavola, e Soap Bar, a “saponetta”, per il fissaggio all’interno della cavità del pickup. I potenziometri sono CTS da 500 kOhm e i condensatori Sprague del tipo Black Beauty.

L'ALNICO MODEL

Il modello definito semplicemente Alnico era stato progettato da Walter Fuller, inventore del P 90, per contrastare il successo di un modello DeArmond con calamite (non espansioni polari, quindi) regolabili in altezza utilizzato dalla Gretsch. Usando lo stesso avvolgimento del P 90, Fuller inserisce sei calamite rettangolari, specificate in alnico 5, direttamente nella bobina (il DeArmond ha calamite cilindriche), regolabili in altezza per equilibrare il livello delle singole corde. Rispetto al P 90 è più brillante e definito, con un attacco più deciso. Usato su modelli prestigiosi come la ES 400 e la L-5 CES, sulle Les Paul trova posto nella posizione al manico della Custom.

L'HUMBUCKER

Di nuovo la spinta arriva dalla Gretsch, che, su consiglio di Chet Atkins, nel ’57 si appresta a commercializzare chitarre dotate di pickup antironzio, denominati Filter’Tron e disegnati da Ray Butts.La Gibson, per la quale Seth Lover aveva ideato un modello humbucking già nel ’55, decide di non attendere il brevetto e a immetterlo sul mercato, con la precauzione di apporre una targhetta sul fondo con le parole “Patent Applied For”.

 


Per gli avvolgimenti si ricorre di nuovo allo standard del P 90, stesso filo e stesso numero di spire, ma suddivise a metà fra le due bobine. Il collegamento in serie garantisce la stessa resistenza di 8 kOhm +/- 20%. La calamita è dello stesso tipo di quelle usate per il P 90. Una bobina ha espansioni polari fisse, l’altra le ha regolabili, a vite. Un coperchio metallico (nichelato sulla Les Paul Model, dorato sulla Custom) con sei fori per le espansioni regolabili, scherma il pickup rendendolo ancora più silenzioso. Il timbro ricorda molto quello del P 90, ma è più rotondo in gamma alta e con bassi meno asciutti. Il coperchio addolcisce lievemente il suono e molti chitarristi rock preferiscono toglierlo per recuperare un pizzico di abrasività sugli acuti. Con le tecniche di allora si avevano sempre lievi differenze fra i due avvolgimenti e questo leggero sbilanciamento è da molti indicato come uno dei fattori che rendono i PAF più brillanti rispetto ai modelli successivi, costruiti con nuove macchine più precise che riducono tale differenza. Questo equilibrio fra calore e brillantezza caratteristico dei PAF è oggi perseguito con tenacia: costruttori come Seymour Duncan, Lindy Fralin, Gibson e Tom Holmes costruiscono deliberatamente le loro repliche migliori utilizzando vecchi macchinari d’epoca. Fra il ’59 e il ‘60 le bobine nere scarseggiano e un certo numero di esemplari monta bobine crema o miste nero/crema: sono noti come Full Cream, o Double White, e Zebra; essendo più rari hanno quotazioni maggiori. Nel 1961 sui PAF viene usata una calamita leggermente più corta in alnico 5 e dalla metà circa del ’62 l’etichetta Patent Applied For è sostituita con una recante la scritta Patent Number 2,737,842. Sulle chitarre degli anni Sessanta sono usati pickup minihumbucking (Deluxe) e Patent Number, leggermente diversi da quelli del ’63 (Custom e Standard). Dal ‘71 sono usati anche pickup a bassa impedenza su alcuni modelli, e dal ’74 cambiano le specifiche del circuito con valori diversi per i potenziometri.  Specifiche simili a quelle dei vecchi PAF sono reintrodotte con il ’57 Classic degli anni ’90, con calamita in alnico 2 delle corrette dimensioni, ma impregnato. Nel 2003 ci si avvicina ancora di più con i Burstbucker, disponibili nelle versioni 1, 2 e 3 che riproducono rispettivamente esemplari di potenza bassa, media e alta, con bobine leggermente sbilanciate e non impregnate, come gli originali. I potenziometri sulle Historic sono ora CTS da 500k e i condensatori sono gli Sprague Black Beauty come su quelle d’epoca.

I MODELLI ORIGINALI - LES PAUL MODEL

1952 - Introdotta la Les Paul Model ($ 210 + $ 39,50 per la custodia). Corpo in mogano dell’Honduras con tavola superiore scolpita in acero del Michigan. Manico di mogano dell’Honduras con tastiera di palissandro brasiliano; segnaposizione in pearloid a coroncina, tasti sottili; larghezza al capotasto mm 43; scala 24¾”. Meccaniche Kluson Deluxe con palette a tulipano. Scritta Les Paul Model in caratteri dorati sulla paletta e logo Gibson in madreperla. Due pickup a singolo avvolgimento P 90 con coperchi di colore crema soap bar, fissati con due viti all’interno stesso delle cavità, con controlli individuali di volume e tono, selettore a tre posizioni. Attaccacorde/ponte a trapezio in soluzione unica, corde passanti al di sotto della barra. Disponibile con leva Bigsby. Parti metalliche nichelate.  Fine 1953 ($ 225 + custodia). Angolazione manico/corpo accentuata. Attaccacorde/ponte in pezzo unico fissato sulla tavola con corde passanti verso l’alto. 

1955 ($ 235 + custodia). Attaccacorde fissato sulla tavola. Ponte separato Tune O Matic con sellette regolabili.

1957 ($ 247,50 + custodia). P 90 sostituiti con due pickup humbucking Patent Applied For. 

1958 ($ 247,50 + custodia). Tavola superiore book-matched con finitura Cherry Sunburst.

1959 Manico dal profilo più sottile e con tasti di spessore medio.

LES PAUL STANDARD

1960 ($ 265 + custodia). Il profilo del manico è ulteriormente assottigliato e la finitura cherry sunburst è più consistente grazie a una nuova formula per il rosso, dal colore lievemente diverso e soprannominato tangerine red o tomato red dai collezionisti. Sul catalogo appare la definizione Les Paul Standard.


LES PAUL CUSTOM

1954 - Introdotta la Les Paul Custom ($ 325 + custodia). Corpo interamente in mogano dell’Honduras con parte superiore scolpita. Manico di mogano dell’Honduras con tastiera in ebano e segnaposizione a blocco in madreperla. Fregio a schegge di diamante in madreperla sulla paletta, logo Gibson in madreperla. Tasti sottili molto bassi (fretless wonder). Meccaniche Kluson Sealfast dorate. Larghezza al capotasto mm 43; scala 24¾”. Scritta Les Paul Custom sul coperchio del truss-rod. Finitura nera (ebony). Un pickup Alnico al manico, un P 90 al ponte, entrambi con coperchio soap bar e fissaggio sul fondo delle cavità; controlli individuali di volume e tono, selettore a tre posizioni. Attaccacorde fissato sulla tavola, ponte Tune-O-Matic. Disponibile con leva Bigsby. Parti metalliche dorate.

1957 ($ 375 + custodia). Come la versione precedente, ma con tre pickup humbucking Patent Applied For. Meccaniche Grover Roto-Matic dal ’59.


LES PAUL JUNIOR

1954 - Viene introdotta la Les Paul Junior ($ 99,50 + custodia). Corpo di mogano dell’Honduras piatto e senza tavola d’acero. Scritta Les Paul Junior dorata sulla paletta con logo Gibson dorato. Meccaniche Kluson economiche. Manico di mogano dell’Honduras, tastiera di palissandro brasiliano con segnaposizione a punto, larghezza al capotasto mm 43; scala 24 ¾”. Un solo pickup P 90 con coperchio nero con estremità prolungate per il fissaggio sulla tavola(dog ear cover); controlli di volume e tono. Attaccacorde/ponte in unico blocco fissato sulla tavola. Finitura sunburst.
1954 - Les Paul TV. Analoga alla Junior, ma con finitura beige; alcuni rari esemplari con corpo in acero.
1958 - Les Paul Junior ($ 120 + custodia). Doppia spalla mancante e finitura cherry.
1958 - Les Paul TV ($ 132,50 + custodia). Versione beige a doppia spalla mancante della Junior.
1959 - Ribattezzate SG Junior ed SG TV.

LES PAUL SPECIAL

1955 - Viene introdotta Les Paul Special ($ 169,50 + custodia). Come la Junior, ma con finitura beige e due pickup P 90 fissati all’interno delle cavità, con coperchi neri soap bar. Controlli individuali di volume e tono.
1958 - Les Paul Special ($ 179,50 + custodia). Doppia spalla mancante e finitura cherry; disponibile anche beige. Dalla seconda metà del ’58 la finitura beige delle Special e TV è sostituita da una nuova tinta tendente al giallo (limed mahogany).
1959 - Ribattezzata SG Special.

SG / LES PAUL
1961 - Les Paul Custom ($ 395 + custodia), Standard ($ 265 + custodia), Special ($ 195 + custodia), Junior ($ 132,50 + custodia) e TV ($ 132,50 + custodia). L’intera serie ha ora corpo di mogano sottile con doppia spalla mancante dal profilo appuntito e finiture bianca (Custom e TV) e cherry red (Custom,Standard, Special e Junior). Le prime TV e Special hanno finitura Limed Mahogany. Queste versioni, per distinguerle dalle precedenti, sono soprannominate dagli appassionati SG Style Les Paul o SG/Les Paul.

SG
1963 - SG Custom, SG Standard, SG Special, SG Junior ed SG TV. Nuovo nome ma specifiche invariate; introdotta la possibilità di colori custom, in realtà piuttosto rari.

Mario Milan


LES PAUL STANDARD, 1960

Nel 1960 tre fattori importanti marcano la differenza nel campo Les Paul: per la prima volta nel catalogo Gibson è usata la denominazione Standard per il modello base; la finitura è più consistente grazie a una nuova formula con un rosso più durevole e intenso, noto come tangerine red o tomatoe red; il manico diventa più sottile, prefigurando quello ultrasottile delle SG/Les Paul, che sostituiranno la serie originale l'anno successivo. Fra i dettagli, notare le manopole, simili a quelle usate in precedenza, ma con la parte superiore riflettente, e le palette delle meccaniche, con doppio anello alla base.

  

 LES PAUL MODEL, 1952

Notare il ponte/attaccacorde a trapezio. Questa prima versione non è particolarmente amata per l’angolazione del manico non ottimale che ne riduce il potenziale quanto a suonabilità. L’innegabile importanza storica la rende appetibile soprattutto per i collezionisti, ma per qualche musicista le qualità sonore sono sufficienti a perdonarne la difficoltà d’uso.

      

 

LES PAUL MODEL, 1954

Notare in alcuni punti la colorazione tendente al verde, dovuta all’ossidazione della polvere di bronzo della formula a contatto con l’acidità del sudore. Usato anche da Michael Bloomfield, questo modello per un breve periodo è stato molto quotato negli USA, essendo attribuita al ponte/attaccacorde in soluzione unica una maggiore capacità di sustain rispetto al Tune-O-Matic. La successiva sostituzione da parte di Bloomfield con una sunburst rovesciò ben presto opinioni e quotazioni di mercato.

 

LES PAUL CUSTOM, 1954 (con leva Bigsby opzionale)

Sulle Les Paul Model e Custom dell’epoca la leva Bigsby era più diffusa di quanto appaia oggi, dal momento che su molti esemplari che ne erano provvisti è stata spesso sostituita con la combinazione Tune-O-Matic e attaccacorde fisso per ottenere maggiore sostegno. Meno versatile della leva disegnata da Leo Fender per la Stratocaster,la Bigsby è comunque molto espressiva e conferisce una sonorità particolare allo strumento; inutile dire che la sua rimozione riduce il valore dell’esemplare che ne fosse provvisto di serie.

 

LES PAUL SPECIAL, 1957

La finitura limed mahogany è più chiara di quella usata originariamente, anche se con una sfumatura di giallo meno decisa di quella in uso l’anno successivo. A parte le differenze nella formulazione della tinta, le condizioni diverse di invecchiamento dei vari esemplari danno luogo a lievi variazioni negli esemplari giunti fino a noi, che rendono spesso difficile generalizzare e stabilire quale fosse realmente la sfumatura originale.

LES PAUL MODEL, 1956

Tune-O-Matic e stop tailpiece. Ora perfettamente intonabile, per gli amanti del P 90 questa è la versione definitiva della Les Paul. Alcuni la preferiscono a quelle successive con pickup humbucking, altri la considerano un’alternativa da affiancare a queste ultime.

 


LES PAUL STANDARD, 1969

Sembra che per questi esemplari,introdotti nel ’68, siano state usate parti inutilizzate negli anni ’50. Nel corso del ’69 il modello è sostituito dalla Les Paul Deluxe, con pickup minihumbucking, top meno scolpito e paletta più larga.

LES PAUL CUSTOM, 1957

Meccaniche Grover e tre pickup humbucking Patent Applied For. Manca del top in acero e ha un suono caldo e potente, con meno enfasi sulle medio-alte rispetto al modello sunburst; gli acuti sono più cristallini per la tastiera di ebano. Nella posizione centrale del selettore sono attivi il pickup al ponte e quello centrale in opposizione di fase, con un suono che ricorda, in qualche modo, quello di una Stratocaster con maggior corpo. Molto usata anche da Jimmy Page con gli Yardbirds e in molte session di studio.

 

LES PAUL SG JUNIOR, 1959 (finitura cherry red)

In questo anno Junior, TV e Special, insieme a una nuova forma a doppia spalla mancante, ricevono una nuova denominazione: SG, da non confondere con le SG/Les Paul degli anni'60, dalle spalle più appuntite e note, dal’63, come SG. Precedentemente disponibile solo su richiesta, la finitura cherry, applicata occasionalmente anche su qualche Les Paul Model, diventa molto diffusa, affermandosi come uno dei colori più popolari della Gibson.

        

 

LES PAUL SPECIAL, 1958

Notare la finitura ormai tendente al giallo. È l'ultima versione di questo modello prima che la forma sia modificata con due spalle mancanti leggermente asimmetriche, variazione che secondo alcuni porta a un suono leggermente meno corposo e a una giunzione manico/cassa meno robusta. Sebbene la nuova linea abbia poi avuto un notevole successo sul piano estetico, ispirando Paul Reed Smith e altri costruttori, di solito le versioni a singola spalla mancante, come quella della nostra foto, sono preferite.

  

LES PAUL SPECIAL, 1961 (con la rara finitura bianca)

Nelle Les Paul Custom e TV del ’61 la finitura bianca è di serie, mentre gli altri modelli, con eccezioni relativamente rare, sono presentati con quella cherry. Quindi, sebbene tecnicamente uguale alle altre, una Special bianca ha un valore aggiunto in virtù della sua più difficile reperibilità.

LES PAUL STANDARD, 1961

Nuova sagoma, finitura cherry, pickup PAF e leva Gibson Vibrola. Les Paul non amava molto il nuovo strumento con il suo nome, anche se, per motivi contrattuali, appare in molte foto dell’epoca con una Custom speciale con due pickup, insieme a Mary Ford, che imbraccia una Standard. La leggerezza, il manico comodo e sottile, la versatilità timbrica decretarono però il successo della nuova serie, facendone schizzare verso l’alto i volumi di vendita.

                                         

Organizzazione:

Fabrizio Dadò e Robbie Angelucci (USA).
Foto: Alex Solca.
Si ringrazia Michael Catterino Vintage Division Guitar Center Hollywood, California - USA

 

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