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Molti aspetti della lavorazione successiva, se non operati con la dovuta attenzione, possono ulteriormente alterare le caratteristiche originali del legno, non ultima la verniciatura che, se applicata su fondo troppo duro e se troppo spessa, soffoca la capacità di vibrare del legno chiudendolo come in un guanto vetroso. Il suono di molti vecchi strumenti è dovuto, oltre che alla qualità dei legni usati, all'uso di vernici a base vegetale che ne alterano in misura minima le proprietà. La maggior parte di quelle usate oggi sono più durature, proteggono meglio lo strumento, ma interferiscono di più con la capacità di vibrare; in compenso sono meno dannose per l'ambiente e, soprattutto, di applicazione più facile e rapida e, di conseguenza, meno costose. Un legno meno rigido è più sonoro e, se abbastanza sottile, ha una buona resa anche sulle alte frequenze, come nell'Abete e nel Cedro usati per le tavole armoniche della maggior parte degli strumenti acustici, con la tendenza a un timbro morbido compensata dalla rigidità del ponte e delle catene, quelle sottili assi che rinforzano la tavola superiore, le quali svolgono diverse funzioni, come equilibrare la risposta, irrobustire la tavola in modo che resista senza piegarsi alla tensione esercitata dalle corde e combattere le risonanze indesiderate. Nel caso della chitarra acustica la profondità e la forma della cassa, il numero e la posizione delle catene, la presenza di una o più buche e le relative forma e dimensione, oltre lo spessore della tavola stessa e la densità del legno usato, la maggiore o minore rigidità del manico, sono tutti fattori che determinano in che modo le onde sonore provocate dalle corde vengono modificate, esaltando e attenuando le varie componenti armoniche e definendo così il timbro finale. Questa complessità costruttiva lascia un certo margine al costruttore che, variando opportunamente i parametri, ha una relativa libertà nella scelta dei materiali e delle strutture da usare, secondo i risultati desiderati. Dalle dimensioni e dalla forma della cassa dipendono il livello sonoro e la profondità dei bassi,; dall'equilibrio fra il contributo di questi elementi e quello della tavola armonica e del manico, dipende una sonorità equilibrata su tutte le frequenze (tipicamente le frequenze emesse da una chitarra sono comprese fra gli 80 e i 15000 cps includendo le armoniche). Non è un caso che esistano un gran numero di disegni diversi, tutti con una particolare impronta sonora, come la chitarra classica, la chitarra flamenco, la dreadnought, la chitarra con tavola arcuata e buche a F, la Maccaferri con buca a D e infinite varianti. Paradossalmente la maggiore semplicità di una chitarra a cassa solida impone maggiori restrizioni rispetto ad un'acustica, infatti, non essendoci una cassa della quale calcolare i parametri, né catene per calibrarne la rigidità, l'unica coloritura timbrica è data dalle caratteristiche del legno stesso. Una chitarra solida in Abete sarebbe leggera ma avrebbe un suono troppo morbido, una in Ebano, oltre ad essere eccessivamente pesante, avrebbe un suono troppo freddo; per questa ragione si usano legni più densi del primo ma meno del secondo, a volte combinando tipi diversi per ottenere l'equilibrio voluto; in questo senso ogni modello è frutto di una delicata ricetta nella quale contano tanto i materiali quanto il loro dosaggio, includendo anche la distribuzione delle masse e le dimensionidel corpo (a parità di materiali a una maggiore massa corrisponde una maggiore profondità sonora).

Mario Milan 

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