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Non hai mai provato a imitare qualcuno? Molti, quando iniziano, provano a imitare altri chitarristi.

A essere onesti sì, ma ho suonato subito con una band e spesso ero impegnato a suonare e scrivere; non avevo molto tempo per provare i pezzi di altri. Negli show di Ozzy suono un assolo molto lungo, in cui faccio delle cose alla Eddie Van Halen [tapping,nda], anche se lui le fa meglio. Sono cose che impressionano i ragazzi e io provo a farle il più velocemente possibile. Quello che desidero è creare qualcosa che gli altri ancora non hanno fatto: questo mi porta via molto tempo.

Che cosa ci dici del tuo solo?
Al momento ci provo; il mio unico momento da solo sono quei cinque minuti che divido con Tommy Aldridge. Se mi sedessi e suonassi pezzi classici, non avrei lo stesso effetto sul pubblico: sono degli scalmanati, vogliono rock e rock sia. Ozzy ha un seguito incredibile e il pubblico non vuole fermarsi. Ho provato a fare delle cose più classicheggianti, ma non vengo seguito; tutto il contesto è troppo heavy.

La tecnica della tua mano sinistra è molto fluida: fai molti esercizi?
Suono costantemente, cerco di esercitarmi il più possibile, anche se in tour ho meno tempo a disposizione.

Ti sei allenato molto per l'hammer on?
In realtà no; ho sempre jammato con gli amici, ho sempre suonato in camera da letto. Penso derivi anche dall'insegnamento: finivo per suonare 8 ore al giorno per 6 giorni a settimana, sempre con studenti diversi e di età diverse.

Sei un buon lettore a prima vista?
So leggere, ma ho bisogno di concentrarmi, pensare e poi suonare; alla terza passata posso leggere tranquillamente.

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