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Considerata la fascia di prezzo, la gamma di nuances dinamico-timbriche a disposizione è notevole, anche se non così sofisticata e lievemente metallica; ma sono sottigliezze su cui il tempo potrebbe dire la sua e che le corde coated di prima fornitura non sottolineano di certo. Gli intenti costruttivi di Bourgeois sembrano raggiunti nella chitarra in prova: elementi “tradizionali” come la selezione dei legni per qualità timbrica più che estetica e l’accordatura manuale di tavola, fondo e catene sono evidenti e portano al di là della fascia di prezzo di questa chitarra, in cui troviamo ottimi strumenti ma più industrializzati e standardizzati. Sul fronte delle concessioni al “moderno” – se si può ancora considerare tale – si è ricorso più che altro all’adozione di un manico avvitato. Da metà anni ’70 a oggi ho posseduto e suonato diverse ottime chitarre Gibson, Guild, Martin e Taylor; sulla scorta di questa pur modesta esperienza di strimpellatore e dall’analisi delle sue caratteristiche costruttive, non ho dubbi nell’affermare che la Bourgeois Standard D ha davanti un futuro timbrico di cui ora si avverte solo la timida avanguardia.

Fabrizio Dadò

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