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1981, VOGLIA DI VINTAGE

Nell'81 la CBS si rende conto che deve fare qualcosa per riportare a un buon livello la reputazione del marchio Fender e assume due uomini che lavorano per la Yamaha: John McLaren e Bill Schultz. Il secondo affida il compito di rinnovare la produzione a un altro uomo proveniente dal marchio giapponese, Dan Smith, che lavora immediatamente alla riorganizzazione degli impianti e alla produzione di due linee distinte: la serie Vintage, che deve riprodurre le caratteristiche dei modelli base degli anni ’50 e ’60, e la serie Standard, versioni moderne di quegli stessi modelli. Nell’82 le due serie appaiono sul mercato e ottengono immediatamente un buon successo, nonostante alcune inesattezze nei dettagli delle reissue (repliche), riabilitando in gran parte il nome Fender. Contemporaneamente, per combattere la concorrenza delle copie realizzate dai marchi giapponesi, è introdotta una serie di riedizioni costruite in Giappone dalla Fujigen-Gakki su specifiche Fender sotto il marchio Squier. Con pickup made in USA e dettagli più accurati degli strumenti americani, le Squier, sebbene prodotte con materiali meno pregiati, si rivelano ottimi strumenti dall'eccellente rapporto qualità/prezzo e ottengono un successo senza precedenti. I primissimi esemplari hanno il marchio Fender - Squier Series, presto cambiato in Squier by Fender per evitare confusioni con le Vintage costruite negli USA. La Standard, nota anche come “Dan Smith Stratocaster”, ha il manico in due pezzi di acero con tastiera di palissandro o monoblocco di acero, corpo in ontano, paletta piccola, anche se di forma leggermente diversa da quelle vintage, parti metalliche cromate, meccaniche cromate con una F stampata sul dorso, manico avvitato con quattro viti senza Tilt-neck, pickup X-1 (resistenza 7,3 kOhm) al ponte e due Standard (6 kOhm), tutti con calamite di uguale lunghezza stile anni ’70, filo degli avvolgimenti con rivestimento polysol. La finitura è poliuretanica su base al poliestere. Questo modello rappresenta il primo passo di un nuovo corso alla Fender, che sempre più dividerà la produzione in una linea che offre riproduzioni sempre più fedeli degli strumenti d’epoca e una che offre nuovi modelli destinati al musicista moderno e incorporano una serie di modifiche al disegno originale intese come adeguamento alle nuove tecniche esecutive ed esigenze sonore: tasti medium jumbo, tastiere con raggio di curvatura di 9,5” o 12”, varie configurazioni di pickup, nuove versioni del ponte/vibrato, modelli dotati di Floyd Rose, oltre, naturalmente, a finiture sempre più vistose e stravaganti. Nel 1985 i dipendenti della Fender rilevano il marchio dalla CBS e lavorano sodo per riportare in auge gli strumenti ponendo maggiore cura nella realizzazione degli strumenti vintage e proponendo sempre nuovi modelli fino a giungere alla incredibile quantità attuale, cui dall’87 si aggiungono le produzioni limitate del Custom Shop.

 Mario Milan

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